FARNESINA
(Fonte foto X)
MATERA – Si sono aperti a Matera gli Stati Generali della Diplomazia culturale con la riunione dei Direttori degli Istituti di Cultura. La consapevolezza di fondo alla base degli Stati Generali è quella della cultura come veicolo straordinario per costruire relazioni internazionali solide e proficue, rafforzando la rete all’estero degli Istituti Italiani di Cultura e l’offerta di iniziative volte a far conoscere il nostro patrimonio storico, culturale e letterario. Oltre a questo aspetto, c’è anche quello legato al forte valore economico del settore, includendo anche comparti come il design e la moda: il valore stimato è di 600 miliardi di euro annui con più di 280 mila imprese attive nel settore. La conferenza è l’occasione per approfondire l’impegno della Farnesina nel rinnovamento dell’offerta culturale degli Istituti Italiani di Cultura. Tra i temi in programma: il rafforzamento di proposte innovative in grado di parlare ai giovani nei cinque continenti; la promozione dei nostri territori; l’avanzamento della qualità dell’offerta culturale. Nel corso della sessione inaugurale dell’evento sono intervenuti, oltre al Ministro degli Esteri Antonio Tajani, il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, il Ministro per le Riforme Istituzionali e la Semplificazione Normativa, Maria Elisabetta Alberti Casellati, e il Sottosegretario all’Istruzione, Paola Frassinetti.
Il Ministro Antonio Tajani nel suo intervento ha segnalato la presentazione di due film di Pupi Avati da proiettare attraverso la rete della Farnesina all’estero, esattamente come già avvenuto per il film su Dante: questi due nuovi film sono dedicati rispettivamente ai cento anni della radio e a Benedetto Croce, come parte delle iniziative per i 2500 anni della città di Napoli. Tajani ha poi auspicato la promozione della nostra cultura per ricordare che l’Italia è una grande potenza culturale; ma ha anche invitato a usare questa forza come strumento di diplomazia e valorizzazione del nostro Paese. Il Ministro, dopo aver ricordato che il Ministero degli Esteri conserva alla Farnesina una grande collezione d’arte contemporanea, ha sottolineato come nel 2025, l’idea sia quella di dare ancora più impulso alla presenza italiana nel mondo con una serie di iniziative legate alla diplomazia culturale. Un altro tema da portare avanti, secondo Tajani, sarà quello innovativo della cosiddetta “italofonia: l’idea è dar vita a un evento che riunisca tutti i Paesi italofoni, quindi tutti quei Paesi come Malta, Albania, Brasile e Argentina”, ha spiegato Tajani precisando che ci sono chiaramente Paesi molto vicini che da sempre parlano l’italiano come lingua nativa o per bilinguismo. In proposito il Ministro ha ricordato che la giornata dell’italofonia deve essere valorizzata con iniziative nel mondo da portare avanti grazie agli Istituti Italiani di Cultura. Un’altra idea è quella di organizzare un evento dedicato al cinema italiano nel mondo, per far conoscere all’estero il nostro cinema: non solo quello contemporaneo ma anche quello dal dopoguerra ad oggi, con opere che ancora non sono molto conosciute. Vi sono poi mostre da organizzare sui grandi personaggi italiani assai noti in Paesi anche molto lontani: Tajani ha fatto l’esempio di figure come Marco Polo e Padre Matteo Ricci che sono molto conosciuti in Cina. Proprio in Cina verrà presentato un musical sulla Divina Commedia. Rilevata anche l’importanza delle iniziative promosse nei Balcani e nell’area Mediorientale, ma c’è da lavorare anche in America Latina per tenere collegati al nostro Paese coloro che si sentono italiani. Infine Tajani ha menzionato la cultura scientifica. “Siamo la patria di Fermi e Marconi”, ha precisato il Ministro rivolgendosi ai direttori degli Istituti di Cultura presenti in sala, considerando il loro lavoro “prezioso e fondamentale, come parte integrante della nostra attività diplomatica”. La Ministra Anna Maria Bernini ha sottolineato che l’Italia è una superpotenza culturale, un qualcosa da “esercitare a vantaggio dell’umanità come messaggeri di pace”. Bernini ha spiegato che servono sicuramente più università e ricerca ma anche una maggiore formazione artistica, musicale e coreutica. “Dal Medioevo in poi siamo stati capaci di essere orizzontali: noi siamo interdisciplinari per definizione, mettendo insieme scienza e scienze umanistiche”, ha aggiunto Bernini menzionando a sua volta Pupi Avati proclamato alcuni giorni fa dottore in italianistica e definendolo come “esegeta delle fonti, proiettate in una dimensione di grande attualità”. Bernini ha definito inoltre il regista “ambasciatore della cultura italiana nel mondo” nonché “persona capace di rappresentare non solo l’estetica del bello ma anche i nostri valori”. Il Ministro della Ricerca ha sottolineato come oggi nei conservatori e nelle accademie si possa trovare la tecnologia, unendo così l’arte alla tecnologia per fare una vera innovazione. La Ministra ha poi ricordato che si sta lavorando per creare in Sardegna una “città della scienza”, portando in quella regione l’istallazione di un telescopio molto avanzato. Sulla città di Matera Bernini ha evidenziato il suo essere un ideale, essendo la città cambiata tanto nel tempo proiettandosi nel mondo. La ministra Elisabetta Casellati ha parlato degli Istituti Italiani di Cultura come di strutture che sono in prima linea nell’identità culturale italiana. “La diplomazia culturale è un pilastro della nostra politica estera e non potrebbe essere altrimenti per il nostro Paese”, ha spiegato Casellati precisando il numero elevatissimo di siti italiani protetti dall’Unesco, compresi i sassi e le chiese rupestri di Matera. “La vostra azione di pace consente di sviluppare reciproca conoscenza e contaminazione tra le popolazioni, ispirando una convivenza ispirata alla tolleranza”, ha aggiunto Casellati sottolineando come questo sia ancor più importante in un frangente come quello attuale fatto di conflitti. “La cultura non è un lusso ma un bene primario che dovrebbe essere alla portata di tutti”, ha affermato Casellati evidenziando che l’Ocse ha rilevato come la continuità delle politiche e la stabilità dei governi incidano positivamente anche sull’occupazione e sul valore aggiunto nel settore culturale e creativo. La Sottosegretaria Paola Frassinetti ha menzionato l’importanza delle scuole italiane all’estero che son molto attrattive, con diverse sezioni bilingue e gemellaggi ma anche con la grande mobilità di docenti e studenti: Frassinetti ha parlato della scuola come momento di collegamento con gli Istituti di Cultura. “La lingua italiana è importantissima”, ha spiegato Frassinetti soffermandosi poi sul Liceo del Made in Italy che avrà ampi margini di sviluppo anche con un orientamento fatto ad hoc e potrà essere esportato all’estero. Per quanto riguarda il Piano Mattei declinato alla formazione, Frassinetti ha menzionato Paesi come Etiopia, Egitto, Tunisia e Algeria. Infine ha toccato il tema delle cosiddette “ITS Academy” quali modelli di integrazione tra scuola e lavoro. E’ poi intervenuto il regista Pupi Avati, che ha evidenziato come , contrariamente a quanto accaduto per il personaggio di Dante che aveva studiato per anni, abbia dovuto prendere del tempo per documentarsi sulla figura di Benedetto Croce, quando gli fu proposto di realizzare del film. Il regista ha anche spiegato che non è facilissimo innamorarsi della figura di Benedetto Croce, personaggio abbastanza chiuso e riservato. Avati ha raccontato che anche Dante si presentava come una figura tutt’altro che sorridente. “Ma alla fine del nostro film, Dante ti commuove e così avviene con Croce”, ha spiegato Avati che ha voluto raccontare la figura di Croce partendo da una storia natalizia. Il regista ha poi parlato della città di Napoli, sottolineandone lo spirito genuino e accogliente, tipica del sud Italia. Per quanto riguarda i film sulla storia della radio, Avati ha ricordato che è stata pensata una narrazione legata alla vita di un bambino nato nello stesso giorno della prima trasmissione radiofonica. Il regista ha poi espresso un parere sullo stato dell’arte attuale del cinema italiano evidenziando come le migliori produzioni siano state quelle senza grandi disponibilità economiche. “Se adesso il cinema arranca è perché ha dei budget pazzeschi”, ha concluso Avati. Sono stati quindi presentati i trailer di “Un Natale a casa Croce” e “Nato il 6 ottobre”. Ha poi preso la parola la Presidente Commissione Esteri-Difesa del Senato, Stefania Craxi che ha ricordato come oggi il mondo sia attraversato da instabilità e conflitti conclamati. Craxi si è rivolta ai direttori degli Istituti di Cultura definendoli un asset prezioso per il Paese proprio in questa prospettiva di valorizzazione della diplomazia culturale e del soft power italiano. Craxi ha quindi sottolineato l’importanza del ruolo degli Istituti Italiani di Cultura, così come quello della neonata Direzione generale per la diplomazia culturale della Farnesina. “Ciò che ci fa apprezzare è la nostra capacità di metterci in ascolto, applicando anche nella cultura un atteggiamento di apertura e di dialogo”, ha spiegato Craxi considerando i presenti come ambasciatori della cultura italiana nel mondo. Il Presidente Commissione Cultura della Camera Federico Mollicone ha definito gli Istituti Italiani di Cultura come dei “presidi culturali all’estero che devono assumere sempre più centralità nel sistema della promozione della letteratura e dello spettacolo dal vivo”. Mollicone ha ricordato che le ricorse attuali per la promozione culturale e linguistica all’estero ammontano a circa 160 milioni di euro: 130 sono per il sistema scolastico mentre i restanti 30 sono per le iniziative promozionali vere e proprie incentrate su lingua e cultura. L’idea, suggerita da Mollicone, è quella di ampliare questi fondi sulla base della media europea; un aumento di 3 milioni è già stato proposto per gli scavi archeologici. Un pensiero è andato anche al Piano Mattei per l’Africa che, sul piano culturale, intende esplorare la valorizzazione del nostro patrimonio. “A nostro parere non può esserci solo una diplomazia tradizionale: la cultura è un elemento essenziale dell’identità italiana nel mondo e rappresenta un patrimonio materiale e immateriale cui attingere per affrontare le sfide della contemporaneità”, ha concluso Mollicone. (Inform)