MOSTRE
Organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura in collaborazione con la Fondazione Rosselli
A Budapest “150 anni di genio italiano. Innovazioni che cambiano il mondo”
BUDAPEST – “150 anni di genio italiano. Innovazioni che cambiano il mondo”. E’ il titolo della mostra che sarà inaugurata a Budapest ,nel Design Terminal (Erzsébet tér 13), il 24 gennaio alle ore 18.
Organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura di Budapest, in collaborazione con la Fondazione Rosselli, la mostra – che potrà essere visitata fino al 7 febbraio – è dedicata alle scoperte, ai progetti e alle invenzioni italiane che hanno avuto maggiore e decisivo impatto tanto sulla società quanto sull’industria, alcune delle quali si impongono a livello mondiale, da Marconi a Chiariglione, da Pirelli a Natta, da Fermi a Rubbia.
Un allestimento interattivo e multimediale racconta la grandezza di alcuni scienziati italiani attraverso l’impatto che le loro invenzioni hanno prodotto sulla vita quotidiana di ognuno di noi.
Il percorso espositivo si snoda attraverso cinque ambienti:
1.Vivere il nuovo – Come è cambiato il nostro rapporto con il quotidiano, nell’intimità e nelle interazioni con gli altri. A Giulio Natta si deve l’invenzione della plastica, ad Alessandro Cruto quella della lampadina; Antonio Meucci ha cambiato le comunicazioni tra le persone con il telefono, Camillo Olivetti con le macchine a scrivere ha modificato la scrittura, fino ad arrivare ad un nuovo modo di sentire la musica, con lo standard Mp3 di Leonardo Chiariglione.
2.Viaggiare è conoscere – Lontano o vicino il viaggio fa parte delle nostre vite. Se a Barsanti e Matteucci si deve l’invenzione del motore a scoppio, Dante Giacosa ha creato una nuova idea di macchina, l’utilitaria, mentre Corradino D’Ascanio, con la Vespa, ha ridisegnato il paesaggio dell’Italia del dopoguerra. Anche per aria, Forlanini con i dirigibili e Gabrielli con i suoi areoplani; Ardito Desio rappresenta, sia nelle profondità delle sue ricerche in Libia, che nelle altezze delle scalate sul K2, l’approccio scientifico delle spedizioni estreme.
3.Lavorare con efficacia – Il lavoro è fatica, ma la tecnologia lo può rendere meno pesante e può trasformare i suoi prodotti in strumenti per una vita migliore e più comoda. Galileo Ferraris capì i fondamentali vantaggi della trazione elettrica rispetto alla meccanica tradizionale, Germano Sommeiller progettò ciò che contribuì a rendere possibile il traforo del Frejus, Giacomo Fauser ottenne industrialmente la sintesi dell’ammoniaca, da cui prenderà l’avvio l’industria dei nuovi fertilizzanti azotati, fino ad arrivare alla tecnologia di Pier Giorgio Perottocon il primo Personal Computer, e di Federico Faggin, a cui si deve il primo microprocessore.
4.Superare le frontiere – La ricerca vera è sempre una sfida dove le frontiere che si intendono superare ci separano da mondi sconosciuti, siano essi l’infinitamente grande come lo spazio sia l’infinitamente piccolo come la realtà delle particelle subatomiche. Guglielmo Marconi può essere considerato l’anticipatore del Wireless, Fermi ha reso possibile l’esplorazione dell’atomo, fino ad arrivare a Cabibbo, a Rubbia, al Cern di Ginevra. Altre frontiere sono state tracciate dai matematici, ad esempio da Vito Volterra con l’applicazione di sistemi matematici alla biologia.
5.Curare è vivere – In Italia, la ricerca e l’innovazione nelle aree biomediche ha esplorato problemi e sviluppato approcci che non richiedevano rilevanti investimenti economici. Ciononostante l’Italia è stata un’eccellenza per quel che riguarda lo studio e la lotta contro la malaria, da Grassi a Coluzzi, per l’istologia, con Bizzozero, per la genetica, con Ida Bianco ed Ezio Silvestroni, per la genetica agraria con Nazareno Strampelli, che ha anticipato la cosiddetta “Rivoluzione Verde” fino all’ambito delle neuroscienze, da Camillo Golgi, a GiuseppeMoruzzi a Giacomo Rizzolatti. (Inform)