APPUNTAMENTI
Dal 22 gennaio al 12 febbraio l’IIC ospita l’allestimento organizzato nell’ambito delle celebrazioni per il 700° anniversario della morte di Dante Alighieri
BRUXELLES – In occasione delle celebrazioni per il 700° anniversario della morte di Dante Alighieri, l’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles inaugura l’anno 2021 con la mostra “Scrivendo la Divina Commedia”, risultato di un grande progetto internazionale che il direttore dell’IIC Paolo Sabbatini ha curato e lanciato nel 2016 al Cairo: la trascrizione calligrafica e grafica dei primi 21 versi della Divina Commedia in varie lingue, ad opera di maestri calligrafi di vari Paesi interessati e di appassionati.
L’allestimento, ospitato dall’IIC dal 22 gennaio al 12 febbraio, è visitabile dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 17 previa prenotazione all’indirizzo mail: com.iicbruxelles@esteri.it. L’ingresso è gratuito.
I primi 21 versi sono un compendio di tutta la Divina Commedia, anche perché il 21 è un numero magico, 3 volte 7, ed è, ad esempio, quello dei Tarocchi. Dante era un mistico ed appassionato di scienze esoteriche, quindi ha voluto condensare in 21 versi il concetto generale dell’opera, riassumibile in maniera riduttiva nel seguente schema: l’illuminazione dopo un periodo di confusione, attraverso un percorso personale di sacrificio.
Il progetto si avvale della collaborazione con altri Istituti italiani di cultura nel mondo e coinvolge inoltre le istituzioni culturali di altri Paesi.
Negli anni sono state raccolte opere grafiche e calligrafiche, anche composte ex tempore in sessioni speciali in Egitto e in altri Paesi, rigorosamente eseguite a mano, nella tecnica e nello stile più libero e nella dimensione minima di un piccolo foglio da disegno. Tre grandi tradizioni calligrafiche compongono in larga parte la mostra: quella italiana; quella araba e quella cinese. Queste tre civiltà condividono la passione per la calligrafia come forma di arte, e formano un triangolo equilatero, come le piramidi, che hanno dato a questa mostra, concepita proprio durante il periodo di servizio in Egitto del curatore, un’ulteriore ispirazione esoterica. Un’opera di grandi dimensioni (10 x 2 m) è stata inoltre realizzata a più mani da alcuni artisti di varie nazionalità : si tratta di un dazibao multiculturale – nome scelto in omaggio alla storia cinese – che mescola lingue, tecniche e grafismi diversi.
L’edizione belga della mostra comprende anche calligrafie in neerlandese, francese e inglese e un’opera a tecnica mista con la traduzione in ebraico del primo verso: “Nel mezzo del cammin di nostra vita”, a cura di Ermanno Tedeschi, raffinato mediatore artistico tra varie culture.
Vista l’importanza del poema di Dante nella storia della letteratura e del pensiero, questo progetto vuole essere un ponte ideale tra le varie culture ma anche una riscoperta dei valori dello spirito, assumendosi come un percorso ideale per l’esperienza umana in generale, al di là delle storie personali. (Inform)