direttore responsabile Goffredo Morgia
Registr. Trib. Roma n.338/2007 del 19-07-2007
INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

56° anniversario della tragedia di Mattmark. Associazione Bellunesi nel Mondo: A Mas di Sedico la commemorazione con la presenza di diversi superstiti e parenti delle vittime

MEMORIA

 

BELLUNO  «C’era fretta di completare questa diga. Qualcuno sapeva cosa stava succedendo. Dal mio paese, Sospirolo, eravamo in trenta. Tra di noi ha perso la vita Casal». «Ho fatto trent’anni di lavoro in Svizzera, di questi sei a Mattmark a costruire quella maledetta diga. Tutte le vittime di questa tragedia erano miei amici. Un’amicizia particolare quella che si costruisce nei cantieri. Per questo il dolore per la morte dei miei compagni è ancora forte. Inoltre noi operai per l’azienda non eravamo niente. Contava solo il guadagno». «Mio padre Angelo Bressan ha lavorato a Mattmark all’età di diciassette anni, assieme ad altri suoi due fratelli e a mio nonno. Fortunatamente tutti e quattro si sono salvati, perché in quel momento non erano presenti nel cantiere. Mio nonno però era ricoverato all’ospedale di Berna per una controllo e, quando venne a sapere della tragedia – pensando che i suoi figli fossero periti – gli venne una paralisi permanente. Aveva solo cinquantadue anni. Questa catastrofe ha segnato tutta la nostra famiglia. Dall’inizio alla fine». Sono le testimonianze portate rispettivamente da Lovat, Da Deppo e Bressan. Superstiti e parenti che hanno subito in prima persona l’immane tragedia di Mattmark commemorata questa mattina, nel 56° anniversario, a Mas di Sedico.

E a ricordare i nomi delle vittime bellunesi è stato il presidente dell’Associazione Bellunesi nel Mondo, Oscar De Bona: «Fiorenzo Ciotti, Pietro Lesana e Enzo Tabacchi di Pieve di Cadore; Giovanni Baracco, Leo Coffen, Igino Fedon, Ilio Pinazza e Rubelio Pinazza di Domegge di Cadore; Arrigo De Michiel di Lorenzago di Cadore e Silvio Da Rin di Vigo di Cadore; Celestino Da Rech, Giovanni Zasio e Mario Fabbiane di Sedico; Giancarlo Acquis di Belluno; Aldo Casal di Sospirolo; Lino D’Ambros di Seren del Grappa; Virginio Dal Borgo di Pieve d’Alpago».

88 lavoratori, di cui 56 italiani, morirono a Mattmark (Vallese, Svizzera) sotto l’implacabile massa di ghiaccio, roccia e fango in quell’infausta giornata del 30 agosto 1965. In pochi istanti si consumava un dramma, che ha ferito profondamente la terra bellunese – veneta e italiana – e che è doveroso non dimenticare, tragico esempio delle sofferenze che hanno segnato la storia della nostra emigrazione.

Una commemorazione organizzata dall’Associazione Bellunesi nel Mondo e dalla Famiglia ex emigranti “Monte Pizzocco”, con il patrocino dei Comuni di Cesiomaggiore, San Gregorio nelle Alpi, Santa Giustina, Sedico e Sospirolo.

E anche dalle autorità presenti sono giunti messaggi di ringraziamento, rispetto e giustizia.

«Siete in tanti presenti oggi – le parole del sindaco di Sedico, Stefano Deon – ed è un bel messaggio per una giornata così importante, in cui ricordiamo una delle tragedie più immani che ha coinvolto persone che erano andate all’estero a lavorare e vi hanno trovato la morte. Senza un ricordo non c’è un domani. Gli anni passano però i problemi restano, soprattutto sulla sicurezza nel lavoro». «Il messaggio che voglio dare in occasione di questa commemorazione – l’intervento del sindaco di Sospirolo, Mario De Bon – «è che tutti noi dobbiamo impegnarci affinché queste tragedie non accadano più facendo rispettare le regole sul lavoro, sia da parte dei lavoratori, sia da parte dei datori di lavoro. È il miglior ricordo che possiamo portare di queste 88 vittime».

Parole di vicinanza sono giunte anche dai sindaci di Domegge di Cadore e dell’Apago, oltre che dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, tramite il consigliere regionale Giovanni Puppato.

Non è mancato il pensiero del presidente delle Famiglia ex emigranti “Monte Pizzocco”, Marco Perot: «Ringrazio per la loro presenza i superstiti e i famigliari di questa tragedia sul lavoro. Il nostro impegno è ricordare e lo faremo fino a quando le nostre forze ce lo permetteranno. Il mio augurio è che poi, le nuove generazioni, possano portare avanti questo testimone della memoria e del ricordo del sacrificio dei nostri emigranti».

A conclusione della commemorazione il parroco di Mas di Sedico, don Francesco Tedesco – assieme al delegato diocesano della Migrantes diacono Francesco D’Alfonso – ha benedetto la corona d’alloro deposta davanti al monumento dei caduti sul lavoro e in emigrazione.

Il 56° anniversario della tragedia di Mattmark ha visto la presenza di numerose autorità civili e religiose, dei parenti delle vittime e dei superstiti, delle Famiglie ex emigranti, del Direttivo Abm e degli alpini. Un anniversario che è stato ripreso e mandato in onda in tutto il mondo attraverso la pagina Facebook e il canale YouTube dell’Associazione Bellunesi nel Mondo, affinché tutto ciò non vada mai nell’oblio.(Abm news/Inform)

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