direttore responsabile Goffredo Morgia
Registr. Trib. Roma n.338/2007 del 19-07-2007
INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

45° anniversario del sisma in Friuli. In streaming il documentario “Quando la terra chiama”: il dramma del terremoto raccontato dai friulani nel mondo

MEMORIA

 

 

 

In occasione del 45° anniversario  del terremoto in Friuli la piattaforma “Adessocinema.it” propone in streaming gratuito fino al 9 maggio “Quando la terra chiama” , documentario del 2016 di Massimo Garlatti-Costa, prodotto dalla Raja Films per l’Ente Friuli nel Mondo.

Il dramma del terremoto del 6 maggio 1976 in Friuli è raccontato dalla voce dei friulani che lo vissero dalle loro terre di emigrazione: Australia, Canada, Francia, Svizzera, Italia, Lussemburgo, Danimarca, Regno Unito e ovunque si trovassero.

Dai primi giorni dopo il sisma, l’Ente Friuli nel Mondo ha avuto una funzione determinante, agendo come ponte tra i friulani nel mondo e la loro Patria di origine. Il documentario, ricco di materiale in pellicola, fotografico e giornalistico inedito, racconta le innumerevoli iniziative pro Friuli da parte dei suoi “figli” lontani. Fanno da guida attraverso i vari momenti storici le testimonianze di noti giornalisti, tra cui gli inviati Rai Gianni Minà e Bruno Vespa, ma anche Terry Spence del canale australiano Channel 9.

“Adessocinema.it” propone ,sempre in streaming gratuito fino al 9 maggio, anche il documentario  “Sisma in Friuli”, del 1976, prodotto dall’Istituto Luce .

Artegna, Buja, Forgaria, Gemona, Magnano, Majano, Montenars, Osoppo, Trasaghis, Venzone, Vito D’Asio: nomi di località che diventano via via famigliari al Ministero degli Interni, a Roma, man mano che dal Friuli arrivano i dettagli sul disastro provocato dal terremoto del 6 maggio 1976. Partono i primi soccorsi e il sottosegretario Zamberletti, nominato commissario del Governo per le zone terremotate, si reca immediatamente in Friuli per coordinare l’assistenza alle popolazioni colpite. Le immagini, drammatiche, mostrano il lavoro fra le macerie dei Vigili del Fuoco e dei militari, cui si uniscono tanti volontari e gli aiuti – mezzi e uomini –provenienti dall’estero. Mentre le ruspe liberano le strade, da quelle che erano case si recuperano poche cose e gli abitanti trovano provvisorio rifugio nelle tendopoli. Da sotto le macerie si estraggono sopravvissuti ma soprattutto cadaveri. Il conto finale sarà di quasi mille vittime.(Inform)

 

 

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail
Powered by Comunicazione Inform | Designed by ComunicazioneInform