MIGRAZIONI
Firmato un protocollo tra Viminale e Comunità di Sant’Egidio. Priorità a famiglie, fasce vulnerabili e minori non accompagnati
ROMA – Il capo dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione Michele di Bari, su indicazione del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, e il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, hanno siglato ieri un accordo che consentirà l’ingresso in Italia di 300 richiedenti asilo provenienti dall’isola di Lesbo dove alcuni giorni fa un incendio ha semidistrutto il campo profughi di Moria.
L’intesa ha come suoi pilastri l’accoglienza e l’integrazione e intende favorire l’arrivo, in modo legale e in condizioni di sicurezza, di richiedenti protezione internazionale, con particolare attenzione ai soggetti più vulnerabili per i quali risulta necessario ed urgente un percorso di inclusione e stabilizzazione sociale, culturale e linguistica. Il progetto, che avrà la durata di 18 mesi, darà priorità al trasferimento di famiglie e alcuni minori non accompagnati.
Per Di Bari si tratta di “un percorso collaborativo per fornire una risposta efficace al grave incendio che si è verificato in Grecia”. “D’altronde – ha aggiunto – l’esperienza ormai consolidata in questo settore dell’accoglienza con ben due altri protocolli certifica la validità delle iniziative assunte. Il protocollo odierno coinvolge circa 300 persone e rappresenta una sfida che noi siamo pronti ad affrontare, un esempio di come le istituzioni nel lavoro quotidiano riescono ad essere al servizio dei più deboli, garantendo al contempo la difesa dei diritti delle categorie più vulnerabili”.
“I corridoi umanitari fanno emergere il volto di un’Italia che, con altri Paesi europei, guarda al futuro – ha affermato Impagliazzo, – rispondendo alle crisi umanitarie con senso di umanità e percorsi di integrazione È l’Italia fatta da cittadini che non si rassegnano alla sofferenza di chi fugge da gravi crisi umanitarie, ma vuole dare una risposta basata su accoglienza e legalità. Il nostro Paese, ormai da tempo, ha mostrato di credere in questo modello di accoglienza che coinvolge da vicino la società civile. Per i richiedenti asilo che vivono in condizioni drammatiche nell’isola di Lesbo – ha concluso Impagliazzo – si riapre la speranza di una nuova vita in Italia e nel nostro continente”.
La cooperazione tra Ministero dell’Interno e Comunità di Sant’Egidio ha già consentito l’ingresso in Italia da Lesbo, di 67 profughi attraverso un primo, sperimentale, corridoio umanitario realizzato insieme all’Elemosineria Apostolica: queste famiglie viaggiarono nell’aereo di Papa Francesco dopo la sua visita dell’aprile 2016. (Inform)