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INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

Sistema Paese” e “Vivere all’Italiana” per una diplomazia culturale, scientifica ed economica

CGIE – 41ma ASSEMBLEA PLENARIA

 

Maeci e Cgie puntano a una promozione integrata della cultura italiana all’estero entro il 2020

 

ROMA – Alla sala delle conferenze internazionali della Farnesina, il focus della quarantunesima assemblea plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero ruota attorno al tema della promozione della nostra cultura tra i connazionali ma anche tra i cittadini degli altri paesi in chiave turistica. Alla presenza dei membri del Cgie, giunti per l’occasione dall’Europa e dagli altri continenti, il segretario generale Michele Schiavone invita alla visione di due interessanti filmati: il primo sul turismo delle radici e del ritorno in Patria incentrato sulla Regione Puglia, mentre il secondo maggiormente ad ampio raggio intitolato “Vivere all’Italiana” che vuole racchiudere l’essenza del made in Italy integrato a 360°. Dalla direzione generale per la promozione del “Sistema Paese” della Farnesina, Roberto Vellano ha voluto illustrare cosa accadrà sostanzialmente nel quadriennio di fatto già in corso, ossia quello compreso tra il 2017 e il 2020, per il quale è previsto uno stanziamento di circa centocinquanta milioni di euro dilazionato negli anni anche se in modo non omogeneo. Una spesa non di poco conto anche se il progetto è molto ambizioso e necessiterà di tutte le forze a disposizione sul campo. “Occorrerà una rete tra istituzioni che preveda all’interno della cabina di regia la presenza di organismi come il Cgie, i Comites e le associazioni”, ha evidenziato il consigliere Nello Collevecchio al quale ha fatto eco il collega Riccardo Pinna parlando dell’importanza di creare legami con organismi quali le Camere di Commercio o l’Italian Trade Commission.

Quali sono dunque gli obiettivi prefissati nel breve-medio termine del quadriennio, in seno alle competenze proprie della quinta commissione del Cgie? “L’obiettivo è puntare a una diplomazia che sia culturale, scientifica ed economica. Gli assi portanti della promozione integrata della cultura italiana saranno settori strategici come il design e la moda, la cucina, il patrimonio artistico e la lingua”, ha introdotto Roberto Vellano. Si tratta di un calendario di sette rassegne tematiche suddivise nel corso dell’anno nel periodo compreso tra autunno e primavera. “A ottobre abbiamo la rassegna d’arte contemporanea e la manifestazione ormai veterana conosciuta come ‘Settimana della lingua italiana’; a novembre c’è la manifestazione culinaria che racchiude ben millecinquecento eventi dedicati al cosiddetto ‘Italian taste’; a dicembre è la volta della rassegna archeologica; a marzo abbiamo il design e la moda mentre ad aprile la giornata della ricerca, che coincide con l’anniversario della nascita di Leonardo da Vinci; infine maggio è il mese dedicato al grande schermo con la manifestazione chiamata ‘Fare cinema’. Rispetto al 2016 nel quadriennio corrente abbiamo già avuto un incremento del 35% rispetto al numero di eventi in programma: siamo infatti passati dai cinquemilacinquecento del 2016 agli ottomila del 2017”, ha commentato con soddisfazione Vellano sottolineando come si sia comunque giunti a dei buoni risultati nonostante una diminuzione del personale dirigenziale e tra i funzionari ministeriali per i quali si è in attesa di prossime assunzioni.

In questo progetto quale ruolo dovrà avere la comunicazione e in particolar modo la stampa? E’ indubbio infatti che, per “fare sistema” e per comunicare la cultura italiana all’esterno, non si possa fare a meno di una divulgazione corretta e quanto più capillare possibile delle notizie. Non potevano non riecheggiare le parole del sottosegretario all’editoria, Vito Crimi, che proprio in questi giorni ha esternato la sua idea sui fondi da destinare all’editoria, volendo togliere i finanziamenti indiretti ai giornali derivanti dagli annunci delle gare pubbliche. Ciò ha destato la preoccupazione della stampa che ha intravisto in questa posizione l’idea del M5S di abolire i finanziamenti pubblici ai giornali. “Auspico che il ruolo della stampa italiana per l’estero sia oggetto di un prossimo tavolo di lavoro del Cgie e in tempi anche brevi. Bisognerà aprire al più presto con il governo appena insediatosi un tavolo per discutere di queste questioni e di una nuova legge sull’editoria, che riguardi anche i nuovi strumenti e le più innovative modalità di fruizione delle notizie; va quindi discusso il ruolo del servizio pubblico e in particolare il futuro di Rai Italia; infine bisogna chiarire come poter comunicare e diffondere al meglio gli eventi italiani all’estero», ha commentato Giangi Cretti della Fusie. (Simone Sperduto – Inform)

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