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INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

Roma: Il dibattito tra Inas Cisl e mondo della politica: “Rimettere al centro il welfare e i bisogni dei cittadini”

PATRONATI

Convegno “Prossimità: Inascolto della persona”

 

Gigi Petteni, Presidente Inas Cisl: “L’obiettivo sia puntare alla sussidiarietà per stare al servizio delle persone nella comunità”

ROMA – Si è tenuto a Roma presso il Teatro Salone Margherita l’incontro dal titolo “Prossimità: Inascolto della persona” organizzato dal Patronato Inas Cisl. Il tema centrale è stato dunque quello di rimettere al centro la persona, ossia il cittadino, sempre più bisognoso di trovare aiuto e soluzione ai problemi attraverso l’assistenza di sportelli di ascolto e di prossimità territoriale. Il Patronato si occupa di pensioni, ammortizzatori sociali, maternità o paternità, previdenza complementare e internazionale, disabilità e invalidità civile, infortuni e malattie professionali. I cittadini assistiti dagli sportelli Inas Cisl sono oltre un milione e mezzo in Italia e più di cinquantamila all’estero. Tutto questo è reso possibile grazie ai millequattrocento dipendenti e collaboratori in Italia, coadiuvati da tremila volontari e cinquecento consulenti e medici legali per un totale di settecento uffici sparsi sul territorio nazionale; a ciò si aggiunga una presenza in ventuno Paesi con novanta uffici esteri in cui lavorano circa centosettanta dipendenti e collaboratori.

In un momento di forte mobilità in uscita, come quello attuale, essere vicini ai connazionali all’estero diviene molto importante. Durante l’evento è stato toccante il video in cui quattro giovani italiani hanno raccontato la loro esperienza di migranti economici. “Il lavoro che una volta nobilitava l’uomo, oggi invece lo mobilita”, commenta un giovane italiano trasferitosi in Australia. “Chi arriva in Italia è un migrante economico come me – invita alla riflessione il ragazzo che ammette di sentire mancanza del proprio Paese – ma vorrei soprattutto che si ribaltasse la domanda: cosa manca a voi dei giovani che hanno lasciato l’Italia?”, è stato il quesito rivolto (forse) più o meno direttamente a chi ha portato il suo Paese natìo a questa situazione. Una ragazza emigrata nel Regno Unito ha poi ammesso: “Ho provato meno fatica a preparare la valigia per venire qui di quanta non ne proverei all’idea di tornare in Italia. Mi spaventerebbe l’idea di tornare e non trovare lavoro”.

Come ha sottolineato in apertura dei lavori Antonio Graniero della presidenza dell’Inas Cisl, “occorre rimettere al centro la persona che è oggi sempre più sola”. Si è quindi introdotto l’argomento del Patronato e della sua futuribilità alla luce dei mutamenti sociali ma anche politici. “In quest’ultimo periodo il Patronato è stato forse visto come un soggetto non utile; tuttavia, a settant’ anni di distanza dalla sua nascita, bisogna invece rimembrare l’importanza del Patronato che interviene per il principio di sussidiarietà lì dove non arriva lo Stato, specialmente in una società ormai frammentata. L’Inps e l’Inail sono i nostri enti di riferimento: i nostri operatori sono come un braccio che si allunga per arrivare nei luoghi più disagiati e periferici”, ha spiegato Graniero parlando quindi del futuro. “Riformare la governance non deve essere finalizzato a occupare posti ma a una logica di partecipazione e di responsabilità. Non dimentichiamo le difficoltà per il Patronato derivante dai tagli vecchi e nuovi; non dimentichiamo neanche che, se la pubblica amministrazione funziona, il Paese va avanti e ciò influisce positivamente anche sul prodotto interno lordo. Questa non deve essere una giornata autocelebrativa, bensì un confronto con le istituzioni e la politica. Viviamo in una società profondamente cambiata e serve un ruolo diverso da parte nostra: non lasciamo che le aziende e i giovani vadano via”, è stato quindi il monito di Antonio Graniero.

Per Gigi Petteni, Presidente di Inas Cisl,  il motto è “stare al servizio delle persone nella comunità, con tanta professionalità e tanta umanità”. Ci si è interrogati sui tagli che mettono a rischio i posti di lavoro e minano la forte azione di tutela sociale che è propria dei patronati il cui ruolo deve essere rivalorizzato. “Questo Paese non ce la farà mai se conterà solo sullo statalismo puro e non punterà alla sussidiarietà. Bisogna capire che dietro ai nostri numeri e alle nostre pratiche ci sono i problemi concreti delle persone, la disoccupazione, l’accompagnamento, e il dramma degli infortuni su lavoro. Diciamo a questo Governo che siamo pronti e siamo ancora in campo per garantire il supporto alle persone. Per esempio il reddito di cittadinanza significherà incontrare ogni giorno decine di persone in più e credo che su questo punto serva un segnale concreto bipartisan. E’ sbagliato fare delle norme senza ascoltare quelli che si occupano di lavoro quotidianamente. Non aiutarci in questo non è indebolire noi ma indebolire la povera gente che a noi si rivolge. Qui non si parla di un business ma di rafforzare una struttura sociale: la nostra mission è metterci al servizio con disponibilità verso le istituzioni”, ha commentato Petteni ricordando anche l’attualità dell’azione del Patronato all’estero. “Nel prossimo gennaio ricorrerà il decimo anno della trasformazione telematica delle pratiche: dopo più di nove anni la quasi totalità delle istanze sono patrocinate e ciò significa che per i cittadini resta un aspetto insostituibile guardarsi negli occhi e avere un sostegno fisico. Un altro tema caldo – ha proseguito Gigi Petteni – è la gestione dei flussi delle malattie professionali, dove troviamo malattie legate a nuove tipologie di lavoro. Nelle scuole, a parlare ai ragazzi di prevenzione, va bene mandare chi ha subìto degli infortuni ma bisognerebbe inviare anche dei delegati di posti in cui siamo riusciti ad arrivare a zero infortuni, per dire che è possibile lavorare in sicurezza”.

Nando Pagnoncelli, Presidente Ipsos,  ha parlato di “luci ed ombre nel clima sociale del Paese”. Cosa significa? Praticamente esiste un gap netto su molte tematiche tra la percezione che hanno gli italiani della realtà e i dati statistici ufficiali. “Solo un 18% degli italiani esprime un giudizio positivo sulla situazione economica dell’Italia. Permane l’idea che, rispetto al passato e nonostante un miglioramento nelle aspettative e nello stile di vita medio, la vita sia peggiorata. Solo un 16% degli italiani crede, correttamente, che siano di più gli immigrati regolari rispetto ai clandestini. Il problema è che molto spesso mancano gli strumenti per leggere la realtà; si ha quindi meno fiducia nelle istituzioni, creando una frattura verticale, e una minore coesione sociale, che a sua volta genera una frattura orizzontale. Oggi viviamo d’individualismo e di precarietà: in un mondo sempre più individualistico emerge per esempio che i giovani non si avvicinano ai sindacati. Bisogna invece ripartire dal ruolo del sindacato e da quello del patronato con capacità di ascolto e di accompagnamento. Perseguiamo un’idea di co-creazione da attuare insieme ai giovani”, ha affernato Pagnoncelli.

Al dibattito ha preso parte anche la rappresentanza politica, con esponenti del Governo e dell’opposizione. Massimo Garavaglia, Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze,  ha parlato di “priorità nel far restare i giovani in Italia e metterli nelle condizioni di crearsi una famiglia”. L’invito è stato quello di fare squadra e di collaborare per giungere a obiettivi comuni. “Abbiamo davanti a noi una strada da seguire: una fase contrattuale, che riguarda la legge di stabilità; il raggiungimento della cosiddetta ‘quota cento’, per eliminare il blocco nel pubblico e nel privato dove l’età media dei lavoratori è di 53 anni e dove servono un ricambio in modo ordinato e una pace contributiva nel sistema previdenziale; infine le politiche attive per il lavoro, sull’esempio della Lombardia che ogni anno indirizza centomila giovani al mondo del lavoro”. Per Claudio Durigon, Sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, “il Patronato è un organismo intermedio spesso dimenticato”, ricordando come recentemente ci sia stata una richiesta di aiuto proprio da parte di Caf e Patronati che “sono l’ultima frontiera del rapporto con il cittadino, per dare risposte a quell’utenza che ha un bisogno estremo”, ha evidenziato Durigon parlando della manovra del Governo che permetterà a quasi quattrocentomila persone di uscire dal mercato del lavoro, dando così risposte a un mercato del lavoro che è stato definito “ingessato” riguardo a questi ultimi sette anni.

Di prossimità, inclusione e partecipazione ha parlato anche Ettore Rosato, Vice Presidente della Camera dei Deputati. “L’empatia dello schermo di un pc non sarà mai quella di una persona in grado di accompagnare fisicamente il cittadino” – ha affermato Rosato a proposito dei dieci anni dalla telematizzazione. Rosato ha poi puntato il dito sui danni provocati dalle “percezioni negative dei cittadini”, le quali se infondate creano problemi all’economia: “per  esempio queste possono portare un imprenditore a investire altrove e di conseguenza il problema della delocalizzazione spesso nasce dalla sfiducia nel nostro Paese”. Rivolgendosi a Inas Cisl, Rosato ha ammesso che certamente in questi anni ci sono state colpe anche da parte della politica. “Se aspettate ancora i soldi del 2014 è colpa della politica; questo non perché non ci sia stata la manina del dirigente di turno ma perché è mancata la mano ferma e forte della politica. Mi auguro che chi è oggi al Governo abbia una mano più forte e non abbia paura dei cambiamenti. Per fare un altro esempio potevamo ridiscutere della legge Fornero già nella passata legislatura; il problema è che, facendolo come sta avvenendo oggi, ci sta costando molto”. Rosato ha poi invitato alla prudenza, facendo riferimento alla questione dello spread e dell’instabilità dei mercati finanziari delle scorse settimane in relazione all’Italia.

Mariastella Gelmini, Capogruppo di Forza Italia alla Camera,  ha ribadito che “evocare prossimità e possibilità di ascolto chiama a una riflessione e a un metodo da recuperare nella stagione della rete, dei social e dell’individualismo”. Dunque da parte della politica si deve recuperare una sana e costruttiva interlocuzione con i corpi intermedi e con il sindacato. L’esponente di FI ha poi criticato il ‘decreto dignità’ sottolineando come  questo non apporti miglioramenti nel mercato del lavoro. (Simone Sperduto – Inform)

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