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INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

Presentato al Maeci il Rapporto Ance 2018

FARNESINA

 

Bene i cantieri ‘targati Italia’ nel mondo, ma il fatturato oltreconfine cresce più di quello interno. Per il tredicesimo anno consecutivo confermato il trend positivo nel settore edile e delle infrastrutture; ora però bisogna restare al passo con colossi come Usa e Cina

ROMA – Si è svolto presso la sala delle Conferenze Internazionali della Farnesina, l’annuale incontro di presentazione del rapporto Ance, l’Associazione nazionale dei costruttori edili. Dai dati illustrati nel corso dell’incontro è emerso come l’Italia  sia al tredicesimo anno di crescita all’estero nell’ambito delle costruzioni e delle infrastrutture, poiché il 74% del fatturato è realizzato oltreconfine. Dunque sono stati conquistati i mercati più competitivi e sono stati pian piano abbandonati quelli più rischiosi; tuttavia, come dimostrato dai dati Ance, mentre sempre più infrastrutture nel mondo parlano italiano il mercato interno è al palo. Nel 2017 i 14 miliardi di euro di fatturato estero hanno segnato un incremento del 2% rispetto all’anno precedente e un valore più che raddoppiato rispetto a un decennio fa, dove si arrivava appena alla soglia dei 6 miliardi. Tuttavia nel mercato domestico le imprese hanno visto ridurre il proprio giro d’affari del 3% annuo. Di queste problematiche si è discusso nella mattinata di lavori alla Farnesina. Gli onori di casa sono spettati al Direttore generale del  Maeci del Sistema Paese, Vincenzo De Luca, e al Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Enzo Moavero Milanesi. “Assistono oggi alla presentazione di questo rapporto sul mercato estero oltre quaranta Ambasciate ed è questo un segnale forte della nostra capacità di sviluppo e di partnership con altri Paesi anche in aree storicamente meno facili per noi dove siamo cresciuti meno negli ultimi decenni, come l’Africa e l’Asia sudorientale”, ha esordito De Luca che ha ceduto subito la parola al Ministro degli Esteri Moavero Milanesi. “Dobbiamo tenere sempre a mente l’importanza del ruolo che possono svolgere le imprese costruttrici in un settore che produce crescita economica. Sarebbe un errore cullarsi su dati sicuramente positivi che devono però essere la base per un ulteriore miglioramento in fatto di competitività e di presenza nei mercati internazionali. Spetta a noi dunque una riflessione proattiva”, ha affermato il Ministro degli Esteri, soddisfatto dei risultati ma senza abbassare la guardia sui rischi di mercati sempre più competitivi. “Il settore della costruzione – ha aggiunto – è molto importante per il Sistema Italia: siamo presenti in 92 Paesi e nei cinque continenti realizzando all’estero quasi il 75% del nostro fatturato globale. Sono dati lusinghieri ma pur sempre dati da migliorare e senza nascondere le difficoltà di una competizione resa più acuta dai nuovi concorrenti e da una dinamicità dei mercati che richiede un rilancio continuo. Prendiamo atto del riconoscimento unanime della nostra industria nel mondo per andare avanti”, è stato l’invito di Moavero Milanesi precisando che nel mercato Ue questo settore rappresenta ad oggi il 16% del fatturato.

“Nel bilancio dell’Unione europea, fino al 2020, i fondi per le grandi reti infrastrutturali sono stati aumentati; tuttavia potrebbe non essere così nel futuro bilancio. Quindi l’Italia deve puntare a un margine di miglioramento nel saldo netto considerando che, se nostro PIL tiene, siamo nelle prime quattro posizioni in Europa; altrimenti il rischio è di versare più di quanto si riceve. E’ importante quindi che voi costruttori vinciate le gare d’appalto: le nostre Ambasciate sono pronte a sostenervi e vorrei che il prossimo Rapporto avesse una valutazione ancora più precisa di tale impatto a livello comunitario. E’ un dovere verso i contribuenti italiani migliorare il saldo netto. La Spagna ha ottenuto risultati migliori dei nostri in termini di PIL, nonostante noi abbiamo speso 60 miliardi negli ultimi sei anni: negli ultimi venticinque anni l’Italia è cresciuta meno della media europea. Occorrerà dunque, a tal proposito, anche interagire in modo opportuno con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti”, ha sottolineato il Ministro ricordando l’importanza di creare una sinergia tra tutte le componenti in gioco.

Il Presidente dell’Ance, Gabriele Buia, che ha ringraziato il Consigliere d’Ambasciata Vincenzo Ercole, ha tenuto ad evidenziare come in ballo ci siano anche le piccole e medie imprese e come, appunto, la Commissione europea abbia citato proprio l’Ance per lo sviluppo delle PMI: si tratta di numeri importanti con oltre quattrocento imprese italiane all’estero. “Un terzo dei contratti esteri è riconducibile al mondo delle costruzioni. Sfiora quasi i 15 miliardi di euro il nostro fatturato estero con un segno più che positivo nel 2017: le commesse arrivano a 82 miliardi di euro e le concessioni aggiungono ulteriori 25 miliardi di euro. Gli Usa rappresentano oggi, da soli, un mercato da oltre 8 miliardi euro. L’attuale Governo italiano deve accelerare le procedure di spesa per le nostre imprese per stare al passo con i concorrenti”, è stato l’invito di Buia al mondo politico italiano. Se infatti nel 2017 i cantieri italiani nel mondo hanno superato la quota di ottocento unità e sono stati conquistati ben otto nuovi mercati (tra i quali il Camerun nell’Africa Subsahariana, l’Indonesia in Asia, la Nuova Zelanda in Oceania e l’Iran in Medio Oriente), resta da affrontare la monolitica concorrenza di quei Paesi come Usa, Australia, Arabia Saudita e non ultima una Cina che si sta espandendo molto negli ultimi anni.

Come ha sottolineato anche il Vice Presidente dell’Ance, Giandomenico Ghella, la presenza delle nuove commesse è concentrata nei Paesi OCSE e in quelli del G-20; grande attenzione è puntata alla strategia degli investitori cinesi. “Recentemente – ha affermato Chella – è stata ricevuta proprio dall’Ance una rappresentanza di costruttori cinesi: questo per dire che forme di collaborazione tra Italia e Cina sono già in atto. Quel che preoccupa sono le cifre: i 125 miliardi all’anno della Cina sono quattro volte il nostro intero fatturato ed è un problema di strategia politica ed economica. Mentre la strategia degli Usa, con 60 miliardi di dollari, è puntare sull’investimento negli stessi Paesi interessati dal mercato cinese, noi siamo stati l’unico Paese occidentale a consentire ai cinesi di mettere piede nel nostro Paese senza una contropartita: il riferimento è ai porti di Genova e Trieste”, ha ammonito Ghella evidenziando che ai dodici anni di crescita internazionale sta corrispondendo una decrescita nel mercato interno”. “Dateci norme chiare, semplici e trasparenti: dateci più Europa. Be confident in Italy”, è stato quindi l’auspicio di Ghella con un finale in inglese.

Il Sottosegretario agli Affari esteri Manlio Di Stefano ha chiuso i lavori evidenziando come a volte ci sia stato un atteggiamento forse un po’ ingenuo, ad esempio proprio nei confronti di colossi come la Cina. “E’ prevista una vera e propria task force in questo Governo per curare i rapporti d’internazionalizzazione; allo stesso tempo punteremo alla sburocratizzazione e allo stimolo dei mercati interni. Come stimolare un mercato? Necessariamente con i mega appalti e le grandi opere? Noi crediamo che soprattutto le piccole opere possano dare un impatto molto alto alla crescita, forse maggiore rispetto alle mega infrastrutture. Quale strategia europea? Sul piatto ci sono già ingenti risorse; ma mentre i colossi fuori dall’UE si muovono con una strategia precisa e aggressiva, per esempio quella di Trump, in Europa si tende a temporeggiare. Per il tredicesimo anno consecutivo abbiamo una crescita dei mercati nel vostro settore, con delle eccellenze che vanno stimolate. Sotto questo aspetto la Farnesina sarà sempre a vostra disposizione: abbiamo un’importante rete che è il Sistema Paese ed è all’avanguardia per fornire le analisi dei mercati. Scherzando potremmo dire che siamo abituati a costruire ovunque da duemila anni. Ma non ci dobbiamo soltanto limitare a costruire: occorrono infatti creatività, innovazione, design. E’ questo il nostro mix vincente: non solo cemento ma bellezza in quello che facciamo, tenendo lontano il malaffare dai nostri cantieri”, ha concluso Di Stefano. (Simone Sperduto – Inform)

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