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INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

Presentato a Roma da Caritas e Migrantes il XXVIII Rapporto Immigrazione 2018-2019

MIGRAZIONI

 

 

ROMA – E’ stato presentato presso la Chiesa di San Francesco Saverio del Caravita, nel cuore della Capitale, il XXVIII Rapporto Immigrazione 2018-2019 di Caritas e Fondazione Migrantes, i due organismi della Cei. La presentazione è avvenuta in questa chiesa in concomitanza con la mostra “Exodus” di Safet Zec, ospitata lungo le pareti della navata della Chiesa di via del Caravita – mostra incentrata proprio sul dramma delle migrazioni – ma soprattutto a pochissimi giorni dalla 105ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, celebrata nell’ultima domenica di settembre in Piazza San Pietro da Papa Francesco, che ha invitato a riflettere su un concetto ben preciso: “Non si tratta solo di migranti”. Lo stesso Pontefice ha più volte chiesto a fedeli e non credenti, al mondo politico e alle istituzioni, di vedere nel migrante anzitutto la persona che vi è dietro. Il Rapporto Immigrazione Caritas-Migrantes, partendo da questa via maestra, ha inteso ancora una volta stilare le tendenze più aggiornate – basate sui dati Onu 2017 – in tema di mobilità umana a livello mondiale ed europeo. I migranti rappresentano il 3,4% dell’intera popolazione mondiale e – stando sempre ai suddetti dati – sono Asia ed Europa ad ospitarne in numero maggiore. In Europa è la Germania a guidare questa classifica, seguita da Regno Unito, Italia, Francia e Spagna.

 

Focus privilegiato della ricerca è naturalmente il contesto italiano e i fattori che derivano dalla convivenza tra cittadini italiani e stranieri in ogni ambito: lavoro, famiglia, scuola, salute, criminalità, religione. Il curatore del volume, Simone Varisco, ha quindi illustrato a grandi linee il lavoro e il modus operandi per la realizzazione di un rapporto sull’immigrazione esaustivo che analizza e affronta diverse problematiche. In Italia i cittadini stranieri regolarmente residenti rappresentano l’8,7% della popolazione: tra questi i più consistenti sono romeni, albanesi e marocchini; per la maggior parte sono concentrati nelle regioni più sviluppate del Centro-Nord e, non a caso, le due città più coinvolte dal fenomeno migratorio sono Roma e Milano. Dai dati Istat 2018 emergono alcuni fenomeni relazionati proprio alla presenza di cittadini stranieri sul territorio italiano. Persiste tra gli stranieri la questione dell’over-education, ossia una preparazione scolastica superiore rispetto alle reali mansioni lavorative; aumentano gli infortuni sul lavoro per gli stranieri; il volume delle rimesse monetarie inviate dall’Italia ammonta a oltre 6 miliardi di euro; nella scuola abbiamo un 63% degli alunni con cittadinanza non italiana, che è nato in Italia ed è un aspetto che deve evidentemente richiamare la politica a trovare una soluzione alla questione della cittadinanza; nelle carceri il 34% dei detenuti è rappresentato da stranieri, sebbene nel complesso le pene inflitte denotino una minore pericolosità sociale da parte degli immigrati. Dal punto di vista dell’appartenenza religiosa, i dati del 2019 documentato una presenza consistente, in aumento, di stranieri musulmani per una stima di 1 milione e mezzo di individui; in decrescita, invece, gli stranieri cristiani (cattolici, ortodossi ed evangelici) sebbene la soglia sia di quasi 3 milioni di persone; in fortissima crescita risultato infine gli stranieri atei e agnostici.

 

Un problema invece molto serio è risultato essere quello relativo alla disinformazione relativa agli stranieri e quindi agli immigrati. Come sottolineato dal Rapporto Immigrazione Caritas-Migrantes, durante la campagna elettorale per le elezioni politiche del 2018 si sono registrate oltre settecento dichiarazioni che hanno avuto come bersaglio proprio gli immigrati. Queste problematiche che sono state affrontate da tre “ospiti illustri” all’interno del Rapporto Immigrazione: la senatrice Liliana Segre, il sociologo della comunicazione Mario Morcellini e il filosofo Massimo Cacciari. “No alla deriva ideologica che spinge a vedere nell’altro un ostacolo e perfino un nemico”, è il monito di Segre; “attenzione alla fabbrica della paura”,  è il campanello d’allarme lanciato da Morcellini; “occorre un lessico depurato dai linguaggi della contrapposizione che portano all’odio, ma serve anche una politica europea che guardi al Mediterraneo”, è la riflessione di Cacciari.

 

Nel corso della presentazione del volume, Francesco Soddu, Direttore della Caritas Italiana, ha rilanciato le parole usate da Papa Francesco sull’idea di “non considerare queste persone solo come dei migranti”. Dunque è stato ribadito il concetto di “rimettere al centro la persona e di rivedere in modo particolare la questione della cittadinanza perché – come precisato da Soddu – esiste un’alterazione della realtà, che vede in Italia la presenza di tantissimi figli di cittadini stranieri, nati per l’appunto nel nostro Paese, che mantengono pur tuttavia la cittadinanza d’origine, con tutti i problemi che ciò comporta per un percorso che sia pienamente integrativo”. Il Cardinale Gualtiero Bassetti, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (Cei), parlando del rapporto che si ha coi migranti ha criticato la “società dell’indifferenza globalizzata che vede il perpetuarsi della distinzione tra ‘noi e loro’, mentre serve una nuova cultura basata sull’incontro e sulla ricerca solidale del bene comune”, ha commentato Bassetti sottolineando l’aspetto culturale-antropologico che si cela dietro a tutti i fenomeni migratori, che non devono in alcun modo essere strumentalizzati. Guerino Di Tora, Presidente della Fondazione Migrantes, parlando delle migrazioni ha ravvisato la presenza di “un fenomeno globale che interessa anche tanti italiani all’estero, dunque un fenomeno da dover leggere e saper interpretare nel modo giusto come un segno dei tempi tutt’altro che accidentale, bensì frutto di cambiamenti significativi”, ha rilevato Di Tora richiamando a sua volta il messaggio di Papa Francesco nonché quello più propriamente biblico. “Si tratta di fenomeni che avremo probabilmente per i prossimi trent’anni e che a quel punto cambieranno sicuramente l’assetto geopolitico globale”, ha aggiunto Di Tora. E’ stato infine proiettato un estratto del documentario di Vito D’Ettorre, giornalista di TV2000, dal titolo “Corridoi di Vita” e incentrato sui corridoi umanitari. (Simone Sperduto/Inform)

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