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INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

Presentata alla Farnesina l’iniziativa di cinema itinerante “CinemArena” che visiterà 200 villaggi africani

IMMIGRAZIONE

 

L’edizione 2018-2019, con i finanziamenti del Fondo Africa, sarà focalizzata sui rischi della migrazione ‘via mare’ verso l’Europa

Luigi Vignali (Dgit): “Il tema di una reale conoscenza è fondamentale per avere un’immigrazione consapevole”

ROMA – E’ stata presentata, presso la Farnesina, la nuova edizione di “CinemArena”, l’iniziativa di cinema itinerante avviata nel 2002 dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) e dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), in collaborazione con il Ministero dell’Interno, con l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) e con i progetti Aware Migrants e Solidarity & Security. Il progetto nasce in origine con il nome “Cinemovel”, nel lontano 2002, quale progetto pilota di cinema itinerante e la prima tappa in assoluto è stata il Mozambico. Nei sedici anni di attività, unendo le proprie forze alla spedizione Overland di Rai Uno, “CinemArena” ha attraversato oltre trenta Paesi in Africa, America Latina e Asia promuovendo campagne di sensibilizzazione verso malattie infettive come AIDS, malaria, lebbra e colera; oppure affrontando i temi della protezione dei minori e quello della violenza sulle donne, in scenari di pesanti conflitti sociali. L’edizione 2018-2019 di CinemArena, da ottobre ad aprile, farà tappa in Senegal, Costa d’Avorio, Nigeria, Guinea, Sudan e Gambia.

“Il pericolo non viene da quello che non conosciamo, ma da quello che crediamo sia vero e invece non lo è”, è la frase di Mark Twain citata in apertura di dibattito da Luigi Maria Vignali, Direttore Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie del Maeci. “Il tema di una reale conoscenza è infatti fondamentale per avere un’immigrazione consapevole e al riparo da rischi. Spesso ci siamo trovati con immigrati che hanno dichiarato di essere all’oscuro, prima della partenza dai Paesi d’origine, di tutto ciò che avrebbero dovuto subire in seguito. Se lo avessero saputo in anticipo, molti magari non avrebbero affrontato un viaggio così pericoloso. Pensiamo che il cinema possa essere lo strumento più giusto per promuovere campagne d’informazione anche sul tema delle migrazioni, con particolare attenzione alla fascia dell’Africa Subsahariana”, ha affermato Vignali ricordando come purtroppo lo sfruttamento dell’immigrazione irregolare e fenomeni di vero e proprio racket  riguardino le famiglie oppure i minori non accompagnati. Accanto al Fondo Africa, per la promozione di queste campagne informative, ci sono anche il progetto Redemption Song – che prende il nome da una celebre canzone di Bob Marley – e l’obiettivo di sensibilizzare la stampa africana.

Il tema dell’immigrazione è inoltre strettamente connesso a quello dello sviluppo, come ha sottolineato Paolo Cuculi, Vice Direttore Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Maeci. “Il nesso tra migrazione e sviluppo sarà nel medio-lungo termine un banco di prova importante ed è fondamentale per l’Italia mantenere salda la partnership con i Paesi africani coinvolti nei progetti di migrazione consapevole. Nel 2040 l’Africa sarà la principale forza lavoro, stando a quello che ci dicono i dati demografici. Gli esempi concreti d’integrazione in Italia, da parte di quegli imprenditori stranieri che ce l’hanno fatta, potrebbero rappresentare a loro volta uno stimolo a reinvestire nei Paese d’origine: un migrante, che volesse liberamente far ritorno nella sua terra natia, potrebbe in tal senso contribuire alla crescita del suo Paese portando con sé il bagaglio professionale acquisito da noi”, ha spiegato Cuculi.

“CinemArena ha rappresentato in questi anni uno spunto geniale di riflessione, in quei Paesi dell’Africa o del Sud America in cui si è trattato di temi legati alla salute e alla prevenzione. Il cinema all’aperto, montato in piazza, ha dimostrato come sia più facile veicolare messaggi alle popolazioni locali, trasferendo direttamente delle emozioni. Inoltre, stando a contatto con le popolazioni, si possono studiare meglio i fenomeni migratori capendo per esempio all’origine le motivazioni che spingono a lasciare il proprio Paese”, ha evidenziato il Leonardo Carmenati, Vice Direttore dell’AICS.

“Occorre un’azione ad ampio raggio per informare e contribuire, al contempo, alla gestione dei flussi migratori; siamo orgogliosi di far parte di questo importante progetto che vede coinvolti diversi soggetti istituzionali. I migranti ci hanno spesso raccontato di non conoscere pressoché nulla della pericolosità del viaggio che hanno poi affrontato: sia che fosse la traversata nel deserto oppure quella in mare. Non tutti inoltre partono con l’idea di voler raggiungere l’Europa; per noi è un obbligo morale, quindi, informare i migranti affinché prendano decisioni consapevoli sul proprio destino”, ha spiegato Federico Soda, Direttore dell’Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo dell’OIM. Naturalmente soltanto la prevenzione e l’informazione non bastano, ma occorre anche una strategia politica ben precisa per gestire al meglio i flussi migratori. Sotto questo aspetto, ha tenuto a precisare l’importanza della sinergia tra le istituzioni coinvolte il Prefetto Bruno Corda, Vice Capo Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione presso il Ministero dell’Interno. “Bisogna cooperare affinché le risorse locali, di cui dispongono queste popolazioni, siano utilizzate in modo più efficace; allo stesso tempo dobbiamo informare sui pericoli e sui rischi di questi viaggi, nonché sulle reali opportunità o aspettative che si possono offrire in Italia: il tutto rispettando le quote migratorie legittime o stagionali”, è stato il commento del Prefetto Corda. (Simone Sperduto – Inform)

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