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INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

Presentata alla Camera dei Deputati la proposta del Partito Democratico per rendere il voto all’estero sicuro e tracciabile

ITALIANI ALL’ESTERO

 

L’informatica viene in aiuto del disegno di legge di modifica della legge del 2001: lo strumento della blockchain servirà a contrastare gli eventuali brogli elettorali

ROMA – E’ stato presentato nella sala stampa di Montecitorio il disegno di legge, proposto dal Partito Democratico, sulla modifica delle norme riguardanti le modalità di esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all’estero.  Si tratta di un testo che punta a colmare le lacune della legge n. 459 del 2001: la norma introdusse nel nostro ordinamento la possibilità, per i cittadini italiani con residenza fuori dei confini nazionali, di esercitare il diritto di voto con il meccanismo del voto per corrispondenza, oppure presso il comune italiano d’iscrizione anagrafica. Certamente fu una conquista attesa da molti cittadini, nonché un passaggio fondamentale per la nostra democrazia. Tuttavia negli anni i problemi non sono mancati: a cominciare dalla questione della formazione delle liste degli aventi diritto al voto, dove spesso i nominativi contenuti nelle anagrafi degli italiani residenti all’estero (AIRE) non hanno trovato corrispondenza con quelli degli schedari consolari; altro tema non meno importante riguarda l’elettorato passivo. In tal senso la legge 459/2001 nulla dice sul rispetto della parità di genere, mentre la legge n. 165 del 2017 ha ulteriormente complicato il sistema di elezione di Camera e Senato introducendo la possibilità, per i cittadini residenti in Italia, di candidarsi in una delle ripartizioni della Circoscrizione Estero, intaccando così il principio dell’esclusività della rappresentanza dei cittadini residenti all’estero.

Oltre al superamento di questi problemi, il disegno di legge si propone l’obiettivo di modificare la modalità stessa di voto all’estero, per evitare l’insorgenza di polemiche per i cosiddetti brogli elettorali che puntualmente hanno accompagnato le chiamate alle urne negli ultimi quindici anni. “Vogliamo la messa in sicurezza del voto e il rispetto della legalità, al contempo garantendo la maggior partecipazione possibile. La nostra è una proposta di riforma all’avanguardia, con tutte quelle caratteristiche che l’esercizio del voto deve avere: in primis la massima correttezza, arrivando al rischio di brogli vicino allo zero”, ha commentato la Senatrice Laura Garavini, Vice Presidente della Commissione Difesa e membro della Commissione Antimafia. “Ci sono altre forze politiche che vorrebbero un ritorno del voto ai seggi; tuttavia le distanze sono spesso tali che la rete consolare da sola non riuscirebbe a rendere fattibile per molti cittadini l’esercizio del voto ai seggi e questo significherebbe precludere il diritto del voto a molti italiani all’estero. Noi siamo per il mantenimento del voto per corrispondenza, purché arricchito di un meccanismo e di un’innovazione tecnologica, come la blockchain, che è garanzia di massima rappresentatività, correttezza e tracciabilità. E’ giunto il momento di porre il nostro Paese alla pari degli altri”, ha sottolineato Garavini.

“Eguale, personale, libero e segreto: questo è il voto secondo noi e soprattutto secondo la Costituzione che vogliamo sia seguita e applicata”, ha commentato l’On. Gennaro Migliore, Capogruppo PD in Commissione Affari costituzionali. “Occorre pertanto rafforzare la partecipazione e non ridurla: la democrazia non è mai un costo ma una risorsa che va mantenuta. La blockchain è già usata in molti settori e noi vogliamo utilizzarla per rendere il voto sicuro. Vogliamo mettere la tecnologia al servizio della cittadinanza per il voto all’estero, per garantire la tracciabilità della scheda: dunque uno strumento non hackerabile che vorremmo fosse usato in futuro anche nella pubblica amministrazione”, ha evidenziato Migliore.

Per Giammario Battaglia, di ADR Legal, “la blockchain oggi permette di fare tutto e per la prima volta al mondo la blockchain entra in un disegno di legge per dare certezza al voto”. Lo strumento tecnologico potrebbe trovare spazio sia nella prevenzione di eventuali brogli elettorali e sia per il voto elettronico. “In questa fase la priorità è usarla per evitare brogli. Abbiamo davanti a noi la possibilità di usare la tecnologia per un fine utopico, per rafforzare la democrazia rappresentativa: lo ‘switch’ della società sarà inevitabile. Non possiamo definirla una rivoluzione, bensì un’innovazione sociale che coniuga etica e nuove tecnologie; in futuro si potrà arrivare direttamente al voto attraverso la blockchain, ma anche a quello che definisco ‘welfare neurale’, cioè interconnesso e decentralizzato”, ha spiegato l’avvocato Battaglia. Per Jacopo Visetti di Efforce i due punti di forza dell’introduzione della blockchain saranno l’immutabilità del dato e la sua intera tracciabilità. “Potremo tracciare ogni voto in forma anonima. Se ricevo a casa la busta per votare avrò la possibilità di vederla tracciata fino alla fine, ossia parliamo della tracciabilità della busta stessa. Nella prima c’è il foglio per votare che viene poi inserito nella seconda busta, che viene spedita. C’è un codice univoco: un QR associato alla busta, a sua volta collegata alla blockchain attraverso la telefonata a un numero verde. Ognuno di questi codici o indirizzi sarà tracciabile sull’intera filiera. Non sarà possibile sostituire alcun voto, dal momento che questo sarà registrato dalla persona stessa, né sarà possibile effettuare alcuna modifica al plico elettorale. Diviene così possibile identificare esattamente dov’è avvenuto l’eventuale broglio. Naturalmente la blockchain non registra cosa è stato votato e in questo senso c’è assoluta riservatezza”, ha illustrato il dottor Visetti.

La deputata Angela Schirò del Pd, eletta nella Circoscrizione Europa, ha tracciato l’importanza del voto all’estero andando al di là di dati prettamente tecnici e puntando l’attenzione sull’aspetto sociale e umano. “Esiste uno scopo sociale dietro al voto all’estero, ossia un importante fattore umano. Altrimenti si rischia di parlare solo di candidati, liste, numeri e brogli; quando parlo del fattore umano, intendo l’elettore come italiano a tutti gli effetti. Io sono nata come italiana all’estero: avevo poco più di vent’anni, nel 2006, quando potei votare. Ricordo quando ricevetti il plico elettorale con un grande senso di responsabilità. Mi sentii per la prima volta italiana a tutti gli effetti, non soltanto una semplice residente all’estero. Spesso sentiamo frasi del tipo ‘loro vivono fuori, che ne sanno dei nostri problemi’. Il bene e l’attenzione per l’Italia in realtà aumentano quando si è all’estero. Siamo cittadini italiani e vogliamo compiere il nostro dovere civico nel modo più sicuro possibile. Rivendico pertanto il mio diritto al voto”, ha concluso Schirò. Il deputato Massimo Ungaro, capolista del Pd nella Circoscrizione Europa,  ha invece sottolineato “l’importanza dell’alternanza di genere e la questione femminile all’interno delle liste”. Sarà necessario anche eseguire gli spogli in quattro siti diversi sul territorio nazionale e non solo a Castelnuovo di Porto. “Proponiamo infine l’iscrizione all’Aire per almeno tre anni per chi voglia rappresentare gli italiani all’estero. L’obiettivo della mostra missione sarà nel complesso coniugare partecipazione e sicurezza”. Proprio sulla sicurezza ha voluto chiudere il coordinatore dei circoli PD Mondo per il Sudamerica, Fabio Porta, che ha evidenziato come non sia più possibile trascurare l’evoluzione tecnologica e informatica nel contrasto di eventuali episodi di brogli elettorali. (Simone Sperduto-Inform)

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