direttore responsabile Goffredo Morgia
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INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

Le testimonianze sul ruolo e l’importanza dell’associazionismo regionale

ITALIANI ALL’ESTERO

A Milano l’incontro “L’Italia globale per un Paese migliore. Il genio italiano nel mondo: mobilità e solidarietà”

 

 

MILANO – Il workshop del Comitato 11 Ottobre presso la Regione Lombardia, sul tema “L’Italia globale per un Paese migliore. Il genio italiano nel mondo: mobilità e solidarietà”, ha dato ampio spazio anche al mondo dell’associazionismo. Come è stato sottolineato dal moderatore di questa tavola rotonda sulle esperienze e sul ruolo delle associazioni, Daniele Marconcini, Presidente dell’Associazione Mantovani nel Mondo, “compito del mondo dell’associazionismo è proprio quello di essere da collante e da rete per le numerose realtà e comunità italiane che abbiamo nel mondo, aiutandole a rafforzare il legame con la terra natia e coinvolgendole direttamente nel percorso di recupero delle origini”. Marconcini che è un appassionato di ricerche storiche da sempre impegnato nel volontariato e nel sociale: ha anche maturato nel tempo un’esperienza amministrativa nelle istituzioni locali con una particolare attenzione ai temi riguardanti appunto l’emigrazione italiana. L’Associazione Mantovani nel Mondo, nello specifico, nasce nel 1997 su richiesta dei mantovani emigrati in Brasile. “E’ fondamentale la collaborazione tra le comunità all’estero e il territorio regionale d’appartenenza anche sotto il profilo del tessuto sociale ed economico”, ha spiegato Marconcini invitando le istituzioni a tenere sempre alta l’attenzione su queste tematiche.

Spostandosi da nord a sud, in questo viaggio nell’associazionismo italiano, è stato Giuseppe Sommario, storico dell’emigrazione e fondatore del Piccolo Festival delle Spartenze, a parlare di una terra come la Calabria, che molto ha dato in termini di fenomeni migratori a partire dal secolo scorso. “Ciò che deve cominciare a cambiare è proprio il fenomeno della narrazione dell’emigrazione: per fare comunità bisogna anzitutto capire quali siano i valori utili a creare un’identità. Il Piccolo Festival delle Spartenze è, da questo punto di vista, un tentativo di incarnare queste tematiche nel nostro piccolo borgo di Paludi e nella nostra Regione, che è appunto la Calabria, mettendo in rapporto il locale e il globale”, ha spiegato Sommario che nel corso della sua attività di ricercatore ha avuto occasione di incontrare in giro per il mondo tanti migranti e tante storie, andando ad ascoltare direttamente le persone e superando stereotipi e false percezioni. “La migrazione è un fenomeno che, negli ultimi centocinquanta anni, ha segnato il nostro Paese; nonostante questo, i manuali di storia dedicano qualche pagina all’emigrazione italiana. Come ho raccontato a Palermo, qualche settimana fa in occasione del seminario dei giovani italiani nel mondo, c’è una storia in particolare che mi ha davvero segnato: l’incontro con Chiara Boccuti, partita settant’anni fa da Paludi, che mi ha accolto in casa sua, in perfetto dialetto calabrese, a Buenos Aires. Quella donna, prima che ripartissi, mi ha detto di non dimenticarci dei migranti. Per loro è fondamentale il ricordo perché hanno paura di essere dimenticati”, ha evidenziato Sommario che tornato in Italia da quel viaggio ha avuto l’idea del Festival delle Spartenze. “La Calabria è una delle regioni italiane più segnate dal fenomeno migratorio. Paludi in particolare è il borgo calabrese col più alto tasso di abbandono sotto i diecimila abitanti. Perché il nome ‘Spartenza’? Perché spartire significa anche condividere e l’idea del festival è quello di mettere in contatto i nostri giovani con i loro coetanei oriundi che hanno vissuto l’esperienza dell’emigrazione, condividendo così queste storie”. ha sottolineato Sommario.

 

Nino Stivala di Gente Camuna della Valle Camonica ha raccontato la storia di una delle valli alpine che hanno vissuto maggiormente il fenomeno migratorio degli anni ’60-’70 quando è stato raggiunto il picco del 25% di emigrati sull’intera popolazione locale, soprattutto nella fascia d’età compresa tra i venti e i trent’anni. “Parliamo di una valle che è stata spopolata; purtroppo le nuove generazioni spesso ignorano la storia di circa trenta milioni di italiani all’estero, che è ancor più grave sapendo che i discendenti dei nostri connazionali all’estero amano a volte l’Italia forse più di noi. Invitiamo i nostri giovani ad andare su internet per informarsi su queste realtà meravigliose nel mondo”, ha affermato Stivala. Maurizio Tomasi dei Trentini nel Mondo, organizzazione con duecentoquaranta circoli, ha voluto ricordare a dieci anni dalla tragica scomparsa la figura di Rino Zandonai, egli stesso emigrato che ha portato soprattutto in Sudamerica l’associazionismo come volano di scambio interculturale. “Zandonai ha sempre creduto nei giovani e nell’associazionismo: è stato insignito di un premio per la pace da parte della Regione Lombardia”, ha sottolineato Tomasi che ha poi parlato del ruolo dell’associazionismo “cucire i fili della memoria tra chi è partito e la terra d’origine, perché anche il Trentino è stata una terra povera dopo la seconda guerra mondiale e ha visto molti emigrati, non solo in Europa ma in luoghi lontani come Australia, Sudamerica e Stati Uniti”, ha spiegato Tomasi che ha ricordato come la Trentini nel Mondo da ben sessant’anni operi nell’ambito delle migrazioni e dei giovani. “Oggi ci stiamo occupando della nuova mobilità che continua a riguardare tanti giovani trentini, che si spostano adesso soprattutto in Europa e stiamo promuovendo una serie d’incontri per mantenere i contatti con questi ragazzi. I due più importanti si sono finora svolti nel 2018 a Barcellona e Oxford. Il muoversi non è un disvalore, perché attraverso il movimento all’esterno si vede il mondo con occhi diversi.  L’obiettivo è mantenere forte il rapporto coi discendenti, che sono un grande bacino d’utenza e d’idee”, ha aggiunto Tomasi.

 

Sono intervenuti anche i rappresentanti del Bergamaschi nel Mondo e dei Veronesi nel Mondo invitando a una “reale sinergia tra associazioni”; in particolare i Bergamaschi nel Mondo hanno richiesto “una cabina di regia istituzionale per promuovere anche un accompagnamento per il mondo dell’imprenditoria regionale e italiana all’estero”. Stefano Elena, Direttore del quotidiano Nord Est per la promozione del Triveneto nel mondo, ha affrontato la questione della necessità di una comunicazione biunivoca tra le associazioni degli emigrati del nord-est, i circoli nel mondo e le rappresentanze regionali. E’stato quindi il momento dell’Associazione dei Venezuelani in territorio lombardo il, cui rappresentate  ha riacceso i riflettori sul dramma venezuelano.

Per le isole sono intervenuti gli esponenti delle Federazione delle Associazioni dei Sardi in Italia e della Federazione dell’Associazione Siciliani in Lombardia. Si è dibattuto dell’importanza di far entrare la storia dell’emigrazione italiana nelle scuole. Nei mesi scorsi il Veneto ha introdotto la storia dell’emigrazione nelle scuole superiori. Si tratta di un’esperienza non soltanto aggregativa, tra diverse comunità regionali, ma volta a trasformare il legame affettivo e familiare degli emigrati da qualcosa di meramente privato e intimo a racconto e testimonianza per gli altri. Sulla stessa linea anche il rappresentante della Sicilia. “Non dobbiamo far morire le nostre tradizioni culturali e dobbiamo tramandarle alle future generazioni”, è il monito che viene dai sodalizi delle isole. Il workshop è terminato con alcune testimonianze in video di giovani italiani andati a studiare o a lavorare all’estero. (Simone Sperduto/Inform)

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