direttore responsabile Goffredo Morgia
Registr. Trib. Roma n.338/2007 del 19-07-2007
INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

L’audizione del Direttore Generale del Maeci per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie, Luigi Maria Vignali

SENATO DELLA REPUBBLICA

Alla III Commissione indagine conoscitiva sulle condizioni e sulle esigenze delle comunità degli italiani nel mondo

 

Dobbiamo dialogare con le nuove mobilità in termini innovativi… Il Paese deve acquisire consapevolezza su questo tema per poter dare delle risposte che sono certamente complesse

 

ROMA – Nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle condizioni e sulle esigenze delle comunità degli italiani nel mondo, si è tenuta, presso la Commissione Affari Esteri del Senato, l’audizione del Direttore Generale del Maeci per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie, Luigi Maria Vignali. L’incontro è stato presieduto dal senatore Vito Rosario Petrocelli. L’obiettivo da cogliere è stato quello di realizzare un’indagine conoscitiva alla quale ha apportato il proprio contributo Vignali, tracciando in primis un identikit di questa nostra numerosa comunità: quasi 6 milioni sono i nostri connazionali all’estero, considerando soltanto le stime degli iscritti all’Aire, ai quali bisogna aggiungere i milioni di italo-discendenti e di oriundi. Si tratta di una platea vasta e composita, sia per estrazione sociale e sia per età anagrafica, alla quale la Farnesina si rivolge con attenzione nel dare assistenza ma soprattutto nel fornire servizi a una comunità che promuove all’estero la nostra economia e cultura nonché il Vivere all’Italiana; poi ci sono le nuove ondate di mobilità verso l’estero, associate non solo al concetto di “fuga dei cervelli”.

“All’estero – ha esordito il Direttore Generale – abbiamo tante situazioni diversificate: se attualmente un  35% è laureato, le ondate migratorie storiche non avevano questi picchi di alta formazione, un altro 30%  è diplomato e un restante 30% non ha raggiunto il diploma. Quindi vi sono italiani che partono alla ricerca di condizioni migliori, senza avere necessariamente alle spalle una formazione scolastica e tecnica adeguata, e purtroppo a volte rischiano di cadere preda di circuiti di sfruttamento nei paesi di accoglienza. E’ dunque una realtà molto diversificata, quella delle nostre comunità all’estero, che ha però un  fattore comune: la consistenza. “Sono infatti – continuato Vignali – quasi 6 milioni i nostri connazionali all’estero, considerando soltanto le stime degli iscritti ai registri consolari, che chiedono servizi a cui bisogna dare risposte. Esiste poi una nuova mobilità: circa un milione di italiani si è recato all’estero negli ultimi cinque o sei anni. Tuttavia questo numero è riferito a coloro che si sono registrati negli schedari consolari, quindi è probabile che siano dati sottostimati”, ha aggiunto Vignali parlando di espatri come di percorsi di vita in grado di arricchire in fatto di cultura e professionalità. “Se però questo flusso è unidirezionale, ossia diretto solo verso l’estero, e non c’è un recupero degli investimenti che il Paese ha fatto sui nostri giovani, questo si traduce in una perdita secca per il Paese. E’ un tema importante di cui è urgente acquisire consapevolezza nel Paese: da qui il valore aggiunto di questa indagine conoscitiva, ossia acquisire consapevolezza per poter dare delle risposte che sono certamente complesse. Per quanto riguarda la nuova mobilità, ad esempio, ciò significa preparare i nostri ragazzi alla partenza anche dal punto di vista linguistico e delle opportunità all’estero: bisogna preparare delle strategie di rientro, bisogna saper valorizzare chi è nato e vissuto all’estero per poterne  ingaggiare le competenze nella promozione del Sistema Paese”, ha rilevato Vignali.

 

“Dobbiamo dialogare con le nuove mobilità in termini innovativi, ad esempio intercettandole attraverso un linguaggio più familiare e i social network. Dobbiamo poterli accoglierli e in questo senso la rete consolare della Farnesina ha avviato dei progetti di accoglienza. All’estero si recano i giovani, i meno giovani e intere famiglie. Dialogare con queste realtà significa offrire servizi adeguati in termini di rapidità dei servizi consolari: penso ad esempio alla concessione del passaporto e all’iscrizione all’anagrafe consolare. In termini di facilità d’uso delle tecnologie digitali, abbiamo lanciato la piattaforma Fast It, per l’assistenza ai servizi dedicati agli italiani all’estero: in poco più di un anno e mezzo, si sono raggiunte circa 300.000 pratiche registrate e gestite attraverso questo servizio. Esso serve a iscriversi all’anagrafe consolare e a cambiare circoscrizione consolare di appartenenza; a breve vorremmo lanciare un ulteriore servizio, che è quello della presentazione della pratica per il rilascio del passaporto tramite questa piattaforma digitale. Nella gestione dei passaporti abbiamo introdotto un altro strumento importante: le macchinette per la captazione a distanza dei dati biometrici, il tutto in maniera itinerante grazie al consolato onorario. Esso consente, soprattutto nelle grandi circoscrizioni come America Latina e Australia, di poter captare impronte digitali e dati biometrici del volto e di trasmetterle, attraverso le macchinette, ai consolati di riferimento in modo da evitare all’utente lunghi viaggi. Quest’ultimo è un servizio che viene già utilizzato da 13.000 italiani. All’interno del progetto Fast It – ha proseguito Vignali – stiamo in prospettiva anche lavorando a un altra iniziativa: si chiama Pago PA ed è dedicata ai pagamenti a distanza per agevolare l’utenza. Abbiamo poi integrato in Fast It il Sistema Pubblico di Identità digitale (SPID), che serve ad autenticare gli utenti e servirà in futuro a consentire l’accesso a funzionalità ancora più importanti, ad esempio in una prospettiva di possibile voto elettronico per l’estero”, ha precisato Vignali passando poi a spiegare la sperimentazione della carta d’identità elettronica all’estero. “E’ un passo importante anche perché sappiamo che la carta d’identità elettronica sarà molto richiesta in quanto ritenuta più sicura di quella cartacea, soprattutto in quei Paesi che non accettano più il documento d’identità in formato cartaceo. Il progetto per adesso riguarda i Paesi dell’Unione europea ma cercheremo di estendere in futuro la fornitura di questo nuovo documento anche al di fuori dei confini europei. Il tema dei servizi è per noi estremamente importante: per essere credibili verso le nostre comunità estere, infatti, dobbiamo esprimere credibilità già a partire da quello che offriamo ai connazionali che risiedono al di fuori dell’Italia”, ha aggiunto Vignali intervenendo poi sul tema della rappresentanza sollevato dallo stesso Presidente della Commissione, Petrocelli. “ La  Farnesina si limita a gestire i processi di rinnovamento degli organi di rappresentanza: aprile 2020 è una data importante che coincide con il rinnovo dei Comites”, ha rilevato il Direttore Generale evidenziando come i Comitati  siano la base della rappresentanza degli italiani all’estero. “I Comites sono un organismo di raccordo tra le comunità e i consolati, quali interlocutori diretti per un confronto con i territori di riferimento. Lanceremo, già a partire da settembre, una campagna informativa forte: vorremmo che fosse una votazione di successo e partecipata, rispetto alla tornata scorsa, coinvolgendo in modo determinante la rete diplomatico- consolare. Vorremmo soprattutto un elevato coinvolgimento delle nuove generazioni, che hanno la giusta energia e la voglia d’impegnarsi, come abbiamo già avuto modo di constatare durante il Seminario dei Giovani italiani nel mondo tenutosi a Palermo: in quell’occasione sono nate tante le idee proposte per mantenere con questi giovani un dialogo costante e fruttuoso. A loro volta i Comites sono determinanti per il rinnovo del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero”, ha sottolineato Vignali spiegando che la campagna informativa servirà da una parte a far conoscere le modalità di voto e dall’altra a coinvolgere il più possibile i giovani. “Bisogna tuttavia superare in generale un gap – ha puntualizzato Vignali – ossia la discrasia tra l’aumento del corpo elettorale e le risorse per organizzare delle elezioni: ci troviamo di fronte a un sistema elettorale che deve essere concepito per una platea di quasi 5 milioni di aventi diritto al voto”.

 

Vignali si è quindi soffermato sulla Brexit, sulla crisi in Venezuela e sulla Conferenza Stato-Regioni-Province Autonome-Cgie. “Sulla Brexit il Governo e il Parlamento hanno stanziato notevoli risorse proprio per far fronte all’emergenza dei connazionali residenti nel Regno Unito: un esempio su tutti è nelle nuove assunzioni presso il Consolato Generale di Londra e anche nel percorso di potenziamento della sede consolare a Manchester. Potenziando i servizi consolari nel Regno Unito, soprattutto a Londra, si cerca di fronteggiare nel miglior modo possibile lo scenario futuro che speriamo sia di un accordo tra le parti. Tuttavia il recente cambio di Governo nel Regno Unito lascia aperta la prospettiva di “No Deal”, ha sottolineato Vignali passando all’esame della crisi in Venezuela dove vivono circa 130 mila italiani. “Essi hanno pienamente diritto alla protezione e infatti abbiamo dato notevoli risposte per gli aiuti diretti, ad esempio nel rifornimento di medicinali e di farmaci salva vita, potenziando altresì i servizi consolari al fine di facilitare il rilascio del passaporto: quest’ultimo è un servizio che ha avuto un aumento del 50% rispetto allo scorso anno”, ha aggiunto Vignali concludendo con la Conferenza Stato-Regioni-Province Autonome-Cgie. “E’ un appuntamento importante, calendarizzato dal Ministro Stefani, per la fine del prossimo novembre e ci stiamo preparando con temi di grande interesse: per esempio quello del turismo di ritorno, per una riscoperta delle radici e per un sostegno all’economia di tante realtà locali; ma anche il tema della fiscalità per gli italiani all’estero, nonché quello dell’assistenza sanitaria e della formazione per i giovani; infine il tema del rientro. C’è tuttavia un nodo finanziario da risolvere: bisogna trovare le risorse affinché i membri del Cgie possano venire a Roma. abbiamo richiesto un assestamento, che non ci è stato concesso in prima battuta ma insisteremo”, ha precisato Vignali. (Simone Sperduto/Inform)

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