direttore responsabile Goffredo Morgia
Registr. Trib. Roma n.338/2007 del 19-07-2007
INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

Il dibattito sulla rete consolare

ASSEMBLEA PLENARIA CGIE

 

Nonostante la spending review degli ultimi dieci anni, sono state aperte nuove sedi, ci sono nuove assunzioni all’orizzonte e la digitalizzazione è sempre più al centro nelle attività consolari; ma non tutte le questioni sono state risolte

 

ROMA – L’importanza del ruolo della rete consolare è emersa in tutta la sua evidenza nel corso dell’ultima conferenza dei Consoli italiani nel mondo, definiti in quell’occasione come la punta di diamante dell’amministrazione, ossia coloro che stanno in prima linea al fianco dei bisogni dei connazionali lontani dalla Patria. E’ un sistema che negli ultimi anni è stato messo sicuramente a dura prova. “Nonostante l’aumento delle difficoltà, soprattutto per le carenze nell’organico, il Ministero per fortuna è riuscito ad aprire nuove Ambasciate in giro per il mondo nonché a tenere aperti ottanta Consolati. Nel frattempo è aumentata anche la nostra comunità e vorremmo avere certezze sulle prospettive future anche a fronte dell’inserimento di 177 nuovi funzionari di cui si parla. Sono tutte questioni abbastanza delicate, ma avere un’idea e un orizzonte per il nostro Paese su questi punti sarebbe di grande aiuto”, ha affermato il segretario generale del Cgie Michele Schiavone, aprendo il terzo giorno dei lavori del Cgie.

 

Luca Sabbatucci, direttore generale per le Risorse e l’Innovazione del Maeci dal giugno 2015, ha annunciato che continuerà ad occupare delle questioni degli italiani all’estero anche se con un altro incarico e un altro profilo, assumendo nuove funzioni ministeriali dal gennaio prossimo. “Nel frattempo vorrei seguire da vicino la legge di bilancio, che dovrà essere approvata entro la fine dell’anno. Abbiamo aperto quattro Ambasciate, compresa quella di Santo Domingo, nonché aperto il Consolato di Ho Chi Minh City in Vietnam. La vera risorsa del Maeci è la rete all’estero che rappresenta un qualcosa di unico. Qualunque istituzione si muova all’estero non può prescindere dalla nostra rete diplomatico-consolare e dagli Istituti di cultura, sono il vero valore aggiunto, intangibile, della nostra politica estera”, ha commentato Sabbatucci. Dunque, pur con risorse decrescenti, si è riusciti a dare un impulso alla rete. Le risorse diminuiscono ma i cittadini aumentano e quindi la rete acquista sempre più rilevanza: abbiamo aperto nuove sedi rientrando nei parametri finanziari grazie alla riforma del trattamento economico estero, che è un’ideata avviata da mio precedessore, ossia da Elisabetta Belloni. La sua riforma finanziaria ha evitato ulteriori chiusure permettendo invece nuove aperture. Ora la sfida vera è la risorsa umana”, ha aggiunto Sabbatucci.

Sabbatucci ha quindi sottolineato come la responsabilità più grande all’interno della rete consolare appartenga al personale di ruolo ed è questa la ragione per cui occorre controbilanciare il decremento del personale di ruolo che c’è stato negli ultimi dieci anni, causato dalle politiche di rigore dei vari governi che hanno impedito nuove assunzioni. “Già con la passata legislatura hanno cominciato a farsi intravedere dei cambiamenti in tal senso”, ha ricordato il direttore generale facendo riferimento alla prevista assunzione di 177 funzionari di profilo amministrativo-contabile, più altri 44 funzionari per la promozione culturale. “In questa legislatura ci stiamo battendo per assumere quanti più idonei possibile dai due concorsi previsti già per l’inizio del 2019. Massimo entro il 2020 contiamo di avere un numero importante di giovani nuovi funzionari che riempiranno le nostre sedi sia in Italia che all’estero. La policy dell’amministrazione nell’ultimo anno è stata tutta incentrata proprio all’idea di assunzioni. Poi c’è sempre la questione degli impiegati a contratto: qui in controtendenza con gli ultimi dieci anni di spending review c’è stato invece un aumento della contingenza, soprattutto grazie al lavoro dei parlamentari eletti all’estero. D’altronde siamo un Paese che non può prescindere dalla presenza all’estero”, ha evidenziato Sabbatucci che ha poi toccato la questione relativa alla retribuzione dei contrattisti. “Per gli aumenti retributivi agli impiegati a contratto vanno fatti i conti con il bilancio e con la legge che prevede gli aumenti qualora la media percepita dai pari funzioni di altri Paesi sia più alta; bisogna inoltre tener conto del livello retributivo previsto dalle altre Ambasciate e più in generale del mercato del lavoro locale”.

 

Luigi Maria Vignali, direttore generale per gli Italiani all’Estero del Maeci, ha voluto mettere in risalto l’aumento della produttività da parte del personale della rete consolare. Nonostante una diminuzione del 30% del personale di ruolo in cinque anni abbiamo registrato un aumento del 31% per esempio nel rilascio dei passaporti o delle carte d’identità: questi documenti rappresentano l’atto concreto più importante sul quale si misura l’efficienza di una sede estera. Si è passati da 295mila a 345mila pratiche nel 2017 con un incremento del 16% in un solo anno. Dobbiamo ringraziare sicuramente i processi d’innovazione e la tecnologia ma soprattutto l’abnegazione dei nostri funzionari. Non parliamo di progetti avveniristici o futuristici ma di funzioni informatiche che hanno già un impatto importante sulla rete: per esempio Fast. It, con oltre 100mila pratiche e tempi medi di trattazione di 20 minuti; a questo aggiungiamo i 600mila appuntamenti all’anno con “Prenota On Line”, ha aggiunto Vignali ricordando l’importanza dei consiglieri Cgie sul territorio. “La vostra è una presa diretta dei problemi, magari diversi da quelli che ci riportano i Consoli. Avremo cura di registrare tutte le vostre richieste; anche l’idea delle convenzioni con i patronati è all’attenzione dell’amministrazione e sarei pronto a firmarla anche domani stante la volontà politica di arrivare a questo obiettivo”, ha sottolineato il direttore generale che ha poi risposto alla questione sollevata sulle carte d’identità digitali ed elettroniche, un aspetto che dipende dal Ministero dell’Interno. In Italia ad oggi ce ne sono soltanto 1 milione circa. “Il mio impegno sarà quello di far rilasciare quanti più documenti d’identità di questo tipo, a partire dalla primavera 2019, con il supporto del Viminale”, ha aggiunto in proposito Vignali.

 

Nicandro Cascardi, direttore generale per l’Amministrazione, l’Informatica e le Comunicazioni del Maeci, ha parlato del processo di digitalizzazione che ha consentito in questi anni di contribuire ad aumentare la produttività degli uffici consolari, fornendo così servizi anche in presenza di una riduzione del personale. “Crediamo nell’innovazione tecnologica ma siamo consapevoli che non può sostituire il fattore umano. Essa può solo aiutare ad aumentare l’efficienza del servizio del personale. Un’importante novità in corso è lo sviluppo del sistema integrato delle funzioni consolari: un applicativo per la gestione dell’anagrafe, dello stato civile, del rilascio di documenti e della contabilità degli uffici consolari. Grazie a questo sistema è stato possibile creare gli sportelli unici nei consolati ed è un servizio apprezzato dall’utenza. Ne è stata rilasciata una nuova versione che agevola la firma digitale dei documenti”, ha spiegato Cascardi.

La digitalizzazione ha anche delle ricadute benefiche sui tempi di lavorazione delle pratiche e sulla conservazione in archivio. “A Barcellona grazie al processo di digitalizzazione del Consolato, avendo comprato un nuovo immobile, abbiamo visto che non servirà più uno spazio di circa duecento metri quadrati per contenere l’archivio cartaceo. Accanto alla digitalizzazione abbiamo sistemi come Fast. It, un portale che contiene delle sezioni informative importanti e dei servizi interattivi. Per esempio si possono effettuare le iscrizioni all’Aire in modo dematerializzato e il cambio di residenza all’interno della stessa circoscrizione consolare: quest’ultimo aspetto è molto utile in territori come gli Stati Uniti e il Canada dove la mobilità tra città è molto ampia. A breve sarà possibile anche il cambio residenza tra due Paesi. Importante è il collegamento tra Fast. It e la piattaforma Spid per l’identificazione digitale. Ad oggi 120 sedi consolari usano Fast It, con una copertura dell’utenza estera pari al 97%”, ha aggiunto Cascardi. La fornitura degli strumenti di captazione delle impronte digitali ai ‘consolati onorari’ è un problema sentito in paesi grandi come il Nord America o l’Argentina, dove andare fisicamente in Consolato diventa disagevole. Con queste apparecchiature si possono registrare i dati biometrici che vengono poi trasmessi al Consolato telematicamente. Anche Prenota On Line è una piattaforma in aggiornamento. Il portale dedicato al voto all’estero avrà a sua volta nuove funzionalità con una gestione più ordinata del processo elettorale. Sono in fase di predisposizione degli adeguamenti in vista delle elezioni europee del prossimo maggio”, ha precisato Cascardi.

 

Per Andrea Mantione (Paesi Bassi) quello fornito dai direttori generali è uno spiraglio e un alito d’ottimismo. Sul problema dei contrattisti, ossia dei lavoratori a contratto nelle sedi consolari ha ricordato come il decreto legislativo n. 103 del 2000, riguardante i contrattisti, non avrebbe ad oggi avuto alcuna modifica o aggiornamento in base alle richieste sindacali dei contrattisti anche in funzione degli adeguamenti retributivi. “Abbiamo tanti contrattisti che lasciano il proprio impiego per cercare altri lavori, nel Paese ospitante, meglio retribuiti”, ha commentato Mantione al quale ha risposto nel merito, come si è già letto, il direttore generale Luca Sabbatucci. Del sacrificio degli operatori consolari ha voluto evidenziare l’opera anche Nello Collevecchio (Venezuela). “A  Caracas saranno stati emessi entro la fine dell’anno 20mila passaporti, a differenza del 2016 che ne registrò solo 7mila. Ci sono funzionari andati anche in Amazzonia a prendere centinaia di impronte in un solo giorno”, ha ricordato Collevecchio. Renato Palermo (Uruguay) ha poi sollevato la questione degli appuntamenti on line. “L’emissione dei passaporti è migliorata, passando da 3mila a 12mila passaporti annui; ora il problema arriverà dal riconoscimento delle nuove cittadinanze. Poco più di 20 persone non riescono a coprire l’intera sede consolare”, ha lamentato Palermo. Mariano Gazzola (Argentina) ha precisato che se c’è un aumento della produttività magari è dovuto all’impegno dei singoli consoli. Il Vice Segretario Generale per l’America Latina ha anche elogiato il lavoro dei contrattisti, una categoria da tutelare. Juan Carlos Paglialunga (Argentina) ha sottolineato situazioni di particolare criticità come Bahia Blanca, al confine con la Patagonia, dove solo due persone di ruolo devono confrontarsi con le pratiche dei passaporti, in quanto solo i funzionari di ruolo di fatto possono firmare. Cesare Villone (Brasile) ha invece evidenziato il ruolo fondamentale dei ‘consoli onorari’ soprattutto in realtà distanti dal Consolato.

Silvana Mangione, vice segretario generale per i Paesi Anglofoni extraeuropei ha segnalato la chiusura di tre consolati fondamentali per la promozione del sistema Italia nei Paesi anglofoni extra Unione europea: bene la riapertura di quello di Durban in Sudafrica, ma serve riaprire anche quello di Edmonton in Canada e di Newark nel New Yersey. Occorre anche un emendamento alla finanziaria per innalzare l’età pensionabile dei ‘consoli onorari’ da 70 a 75 anni e accelerare i tempi per la distribuzione della dotazione per le impronte digitali. Per Isabella Parisi (Germania) è importante anche la qualità dei servizi offerti oltre alla quantità. Restando in Germania, Paolo Brullo ha tenuto a sottolineare l’orgoglio di sentirsi cittadino italiano in una realtà come la sua dove gli italiani hanno fatto la storia di una città come Wolfsburg e di un’azienda come la Volkswagen. “In città una statua di un emigrante con la valigia di cartone ricorda l’emigrazione di tanti italiani”, ha aggiunto Brullo.

 

Giuseppe Stabile (Spagna) ha lamentato problematiche relative alla digitalizzazione, con ancora pochi servizi, e ritardi per l’emissione della carta d’identità. “Sarebbe inoltre opportuno sollecitare il Ministero dell’Interno perché i Comuni aggiornino l’indirizzo pec, altrimenti i nostri Consolati non riescono a individuare l’indirizzo esatto”.  Gianluca Lodetti (Inas Cisl) ha parlato di “difficoltà a portare avanti i provvedimenti, per ragioni legislative come ad esempio quelli per la cittadinanza, ma anche quelli per il rafforzamento dell’organico e delle strutture”. Lodetti ha inoltre ricordato l’importanza della stipula di convenzioni tra patronati e Maeci. “Parliamo di una rete, quella dei patronati, con più di mille operatori e cinquecento uffici nel mondo, nonché di una struttura avanti nella digitalizzazione come appunto lo sono i patronati più grandi”, ha aggiunto Lodetti. Proposto anche di aprire delle pec per gli stessi Comites nell’ambito di questa maggiore efficienza nelle relazioni tra organismi ed enti istituzionali. La deputata Laura Garavini del Pd, eletta nella ripartizione Europa, si è complimentata per lo sforzo messo in campo negli ultimi anni e per quanto già fatto. “Si continui in questa direzione. Sull’ottenimento della carta d’identità elettronica c’è da dire che ormai molti Paesi europei non accettano più quella cartacea. Questo crea problemi anche sul fronte del credito al consumo, poiché gli istituti di credito non lo concedono in assenza di un documento d’identità elettronico. La precedente legislatura si è chiusa con una certa attenzione verso eventuali convenzione tra Maeci e patronati: ritengo utile che anche in questa legislatura quel progetto, già considerato fattibile, sia sottoposto all’attuale sottosegretario con delega per gli italiani nel mondo”, ha affermato Garavini. (Simone Sperduto-Inform)

 

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