CGIE A MATERA
“Basilicata, Terra di emigrazione, terra di Accoglienza”
MATERA – La presenza e il ruolo delle donne e dei più giovani all’interno dei flussi migratori italiani: un focus che non poteva passare inosservato nell’assemblea plenaria del Cgie di lunedì 19 novembre, in trasferta nella capitale europea della cultura per il 2019. Silvana Mangione, vice segretario generale del Cgie per i Paesi Anglofoni extraeuropei, ha parlato della importante presenza e delle difficoltà delle donne in Usa, Canada, Australia e Sudafrica ossia nei Paesi anglofoni extra europei che hanno visto (soprattutto i primi tre) una massiccia ondata migratoria nel secolo scorso. “Molte donne – ha aggiunto Mangione – diventavano ‘vedove bianche’ avendo gli uomini dall’altra parte del mondo che si creavano nuove famiglie: sono le tragedie del viver femminile. Anche nei casi di trasferimenti di tutta la famiglia, per le donne non mancavano i problemi: per esempio quello linguistico delle casalinghe che non riuscivano a inserirsi nella società ospitante con il rischio di una rottura del nucleo familiare. Ma le donne sono inarrestabili, creando situazioni in cui diventano comunque protagoniste: mi vengono in mente quelle donne che cucinavano per gli operai riuscendo a mettere su delle attività”.
“Oggi abbiamo – ha continuato Silvana Mangione – numerose donne laureate, donne ricercatrici e in carriera: parliamo di numeri importanti dove spesso le donne superano gli uomini. L’emigrazione quindi, se consapevole, va bene purché creiamo anche delle condizioni per la circolarità del movimento migratorio. E’ un elemento positivo che i nostri giovani ricercatori vadano a impadronirsi della ricchezza intellettuale all’estero: sono ricercatori molto preparati, perché la cultura italiana offre una base solida grazie al mix tra cultura umanistica e scientifica. Sabato scorso (17 novembre, ndr) – ha ricordato – abbiamo avuto a Roma una giornata dedicata alle donne: una giornata fatta di storie, di donne che ci hanno raccontato le loro vicende. Si è parlato di concetti come leadership e rappresentanza, rapporto tra le nuove professioni e gli antichi mestieri, la lingua madre e la cultura. Sono storie diventate un racconto unico sull’emigrazione. In più abbiamo lanciato l’organizzazione della prima conferenza mondiale sulle donne nel mondo e sarei felice se fosse proprio la Basilicata a organizzare la prima pre-conferenza sulle donne lucane nel mondo nel 2019, ossia nell’anno in cui Matera è capitale europea della cultura. Inoltre se il Museo dell’emigrazione italiana accelerasse i tempi d’apertura, la prima conferenza sulle donne italiane all’estero la potremmo tenere proprio a Genova alla fine del 2020”, ha concluso Mangione.
Anche le consigliere Eleonora Medda (Beglio) e Silvia Alciati (Brasile) hanno apportato il proprio contributo sul tema delle donne. Medda ha ricordato come oggi siano tra 60 e 80 milioni i discendenti degli italiani nel mondo. Nel Novecento i flussi dei grandi movimenti migratori furono compresi tra due fasi: 1900-1915, con 9 milioni di emigrati; 1945-1970, con 7 milioni. Nel dopoguerra ci fu la fase degli accordi bilaterali per la gestione flussi, come l’accordo ‘uomo-carbone’ in Belgio. Poi la regolamentazione fu lasciata al mercato economico e del lavoro. Dal 2005, nonostante l’immigrazione che ha visto l’Italia come meta di arrivo per altri popoli, si parla di una nuova emigrazione italiana, con quasi 150 mila espatri annuali. Non abbiamo solo i cervelli in fuga, come emerge dalle statistiche sui titoli di studio. Occorrono – ha continuato Medda – attività di orientamento in partenza, ossia una cassetta di attrezzi per chi parte, nonché un supporto per il welfare, uno sfruttamento della rete dei patronati e delle associazioni, e per finire servizi di orientamento per la conoscenza della lingua locale. Certamente sarebbe auspicabile un orientamento anche per il rientro, per esempio la legge sul controesodo. Sui giovani ricordo invece la conferenza che si terrà tra il 16 e il 19 aprile 2019 a Palermo, con un target di cento ragazzi di età compresa tra 18 e 35 anni: l’obiettivo sarà creare una rete per far avvicinare i giovani alle istituzioni di rappresentanza e per creare un legame tra generazioni”, ha spiegato Medda. Alciati ha quindi suggerito la creazione di un dipartimento ministeriale per la mobilità: “C’è come una sorta di vergogna nell’uso della parola ‘emigrazione’ benché vogliamo essere cittadini del mondo e viaggiare. Bisogna far incontrare i giovani che partono con quelli già presenti sul territorio. Credo infine che sia opportuna la messa in rete dei musei dedicati al tema dell’emigrazione, nonché la creazione di un portale per coordinare in rete tutte le informazioni e le risorse necessarie anche sulla questione delle ricerche genealogiche”.
Luigi Vitelli, responsabile di uno dei progetti per Matera capitale europea sul fenomeno migratorio, ha parlato di un progetto di co-creazione rivolto agli operatori culturali in Basilicata, con la partecipazione di esperti internazionali sul management culturale. “Questa collaborazione ha consentito il miglioramento e l’affinamento delle idee originali, comprendenti un documentario e una mostra. L’ idea nasce da una fotografia: quella dello spopolamento di comuni al di sotto della soglia dei 5 mila abitanti. L’era della post-emigrazione di oggi è per certi aspetti più ‘tossica’ di quella precedente, proprio per l’abbandono del territorio nazionale perché rivolta all’estero e non più al nord Italia. Mi piacerebbe che l’emigrazione potesse ricalcare il viaggio di Ulisse, avendo quindi alla fine un ritorno”, ha affermato Vitelli. Il consigliere Norberto Lombardi (Pd) ha ricordato l’impegno di De Gasperi con lo svuotamento e la riqualificazione dei sassi di Matera, ma ancora prima l’assise per la terra alla fine degli anni ’40 con gli scioperi alla rovescia e il lavoro delle terre, dei grandi proprietari assenteisti, da parte di gente che chiedeva solo pane e lavoro. Gli istituti di statistica ci dicono che il Mezzogiorno rischia di perdere altri milioni di persone; spero che il silenzio dei paesaggi possa diventare in prospettiva una grande risorsa”, ha concluso Lombardi.
Luigi Papais (FAIM) ha ripercorso l’iter di chi emigrava in altre epoche quando sul territorio d’arrivo si incontravano le società di mutuo soccorso, come in Argentina dove contribuivano anche alla sepoltura di chi non aveva soldi neanche per quello; a questo si aggiunga il ruolo della Chiesa, delle missioni religiose attive e poi delle associazioni. “Chi arrivava al porto o alla stazione chiedeva subito dove fossero le missioni cattoliche e le associazioni”, ha spiegato Papais. Gerardo Pinto (Argentina) che ha sottolineato come una delle più antiche associazioni lucane nel mondo sia stata fondata nel 1909 in Argentina. Arricchire l’associazione con il ruolo di consulenza è anche contribuire a togliere un carico di lavoro al consolato. Abbiamo un programma radiofonico e abbiamo già iniziato a fare turismo di ritorno, attraverso video di riscoperta di realtà italiane. Inoltre stiamo allestendo una foresteria, costruita per sedici persone, nella nostra sede sociale”, ha sottolineato Pinto. Carlo Ciofi (Ctim) ha auspicato un ruolo importante per la cabina di regia che si sta formando in questi giorni, dove parlare anche di turismo di ritorno, di pensioni, di sanità e della nuova mobilità. “Penso che la cabina regia debba coinvolgere anche il Ministero del Tesoro e quello del Lavoro”, ha precisato Ciofi.
Paolo Brullo (Germania) ha rammentato le parole del sindaco durante la cerimonia di consegna degli attestati di ambasciatore. “Ogni passo fatto su ogni sasso mi ha parlato e mi ha ricordato le parole toccanti del sindaco di Matera. Se vogliamo cambiare qualcosa, dobbiamo cominciare a cambiare noi stessi e il Cgie mi ha fatto crescere come persona e come cittadino del mondo”, ha affermato Brullo. Tony Mazzaro (Germania) ha precisato che quando si parla di emigrazione, non bisogna dimenticare che essa andrebbe portata in primis nelle scuole. In Germania si parla già da tempo di emigrazione nei corsi di lingua e di cultura italiana raccontando la vita, i disagi e le ansie dei migranti. Per il turismo di ritorno è importante puntare più in alto attraverso le associazioni e le organizzazioni e il raccordo con i musei dell’emigrazione”, ha affermato Mazzaro. Antonio Di Sanza, già presidente dei lucani nel mondo, ha evidenziato il ruolo che gli italiani riconoscono al Cgie.Bene ha fatto questo Governo a dare una rappresentanza governativa”, ha puntualizzato Di Sanza riferendosi alla nomina di Ricardo Merlo a sottosegretario. Luca Braia, assessore regionale all’agricoltura, ha ripercorso in breve l’enorme strada fatta dal 1993 quando Matera divenne Patrimonio Unesco fino ad oggi. “Parlare al mondo ci riempie di responsabilità e speriamo che da Matera arrivino messaggi che sappiano parlare oltre i confini. Avere 70 nuovi ambasciatori lucani nel mondo ci aiuterà perché voi siete portatori di valori: chi è emigrato ha un bagaglio di sensibilità ed esperienza ineguagliabili. In questi luoghi, che raccontano la storia dell’uomo, ci sono elementi di resilienza che devono rappresentare il futuro: è la storia di coloro che sono stati testimoni di un adattamento al mondo. Non dimentichiamo infine quei valori come solidarietà, sussidiarietà e responsabilità”, ha concluso Braia. (Simone Sperduto-Inform)