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INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

Alla Camera dei Deputati un dibattito sulla legge sugli incentivi fiscali per il rientro dei lavoratori in Italia

ITALIANI ALL’ESTERO

A otto anni dall’entrata in vigore della norma

Ungaro (Pd): Bisogna rendere strutturali questi incentivi in un momento di grave crisi economica-sociale del nostro Paese. Questa è una norma giusta che, purtroppo, ancora non si conosce abbastanza

ROMA – Si è dibattuto, nel corso di una conferenza stampa presso la Camera dei Deputati, della cosiddetta legge sul “controesodo” entrata in vigore ormai da otto anni. E’ stato un momento di confronto tra il legislatore e il mondo dell’associazionismo, ossia coloro che magari hanno vissuto sulla propria pelle l’esperienza dello studio o del lavoro all’estero e poi sono rientrati in Patria. Il saluto istituzionale è spettato al Vice Presidente della Camera Ettore Rosato. “Tanti giovani hanno beneficiato della norma, grazie al lavoro di sensibilizzazione che è stato fatto. Questa è una conferenza stampa ‘contro nessuno’ ma fatta solo per dire che ci sono delle opportunità in questo Paese: c’è una risorsa, rappresentata da quei giovani che hanno fatto una scelta di vita optando per esperienze lavorative all’estero. Essi potrebbero vedere nel rientro in Italia un modo per ricongiungersi alla terra che amano; ma per fare scelte di vita servono strumenti concreti, in questo caso per esempio gli incentivi fiscali. Incentivare la mobilità in rientro dei nostri giovani merita, da parte della politica, lo stesso tempo d’attenzione riservato all’Erasmus che, al contrario, serve a fare esperienze all’estero. Occorre rinforzare questo strumento, attraverso dotazioni finanziarie opportune e una forte campagna di divulgazione: ciò vale anche per le imprese italiane e non soltanto per il singolo cittadino”, ha spiegato Rosato.

Si tratta della legge n.238 del 30 dicembre 2010, recante disposizioni riguardanti gli incentivi fiscali per il rientro dei lavoratori in Italia, detta per questa ragione ‘legge sul controesodo’. E’ una legge che sta molto a cuore al deputato del Pd Massimo Ungaro, eletto nella ripartizione Europa, che ha vissuto diversi anni a Londra e porta avanti il motto “opportunità e dignità per i giovani italiani”. “Fare il punto sulla legge sul controesodo, quindi sul regime delle agevolazioni per i lavoratori rimpatriati, professionisti e studenti, – ha affermato Ungaro – è molto importante ai fini di giungere a un rientro di quello che definisco ‘capitale umano’.  Al tavolo di questo incontro ci sono insieme legislatori e rappresentanti delle istituzioni per una valutazione dei primi otto anni dall’entrata in vigore della norma. Siamo inoltre qui per ascoltare i suggerimenti di modifica o di estensione del testo per gli anni a venire. Mi piace pensare – ha aggiunto Ungaro – che il Partito democratico si confermi come il partito italiani all’estero. Bisogna rendere strutturali questi incentivi in un momento di grave crisi economico-sociale, come quello che sta attraversando il nostro Paese. Questa è una norma giusta che, purtroppo, ancora non si conosce abbastanza”.

“E’ una legge ottima che va rilanciata”, ha confermato la deputata Laura Garavini del Partito democratico, eletta nella ripartizione Europa. Abbiamo due milioni in più d’iscritti all’Aire, per lo più in Europa, negli ultimi dieci anni, quindi mediamente duecentomila italiani all’anno che sono andati all’estero. Si tratta di livelli più alti del picco di emigrazione raggiunto durante gli anni della ripresa economica del secondo dopoguerra. Noi del Partito democratico ci siamo resi conto del fenomeno fin dagli albori: già nel 2008 fummo propositori di una proposta di legge che vide la luce nel 2010. Alla fine fu accolta come un’iniziativa bipartisan, durante il governo Berlusconi. La nostra proposta è stata nel tempo riconfermata con i successivi milleproroghe e anche con l’ultima legge di bilancio. Essa è stata accompagnata dal decreto sull’internazionalizzazione nonché dagli strumenti noti come ‘Destinazione Italia’ e ‘Resto al Sud’. Questo pacchetto ha permesso di rafforzare anche i benefici fiscali.  Dunque, andare all’estero è un qualcosa di molto positivo ma se c’è assenza di mobilità di ritorno diventa un problema: perché ciò vuol dire che l’Italia non è attraente per riportare le eccellenze qualificate, formate all’estero, come valore aggiunto per il nostro Paese. Non vogliamo promuovere solo il rientro in quanto tale, ma tutte le misure positive e necessarie messe già in campo. Bisogna perciò proseguire su un importante solco di riforme strutturali già attuate nella precedente legislatura”, ha sottolineato Laura Garavini.

“Le detrazioni fiscali per un buon fine come questo poi portano a un introito fiscale maggiore rispetto all’esborso iniziale. Venti anni fa, quando mi sono laureata io, i professori pensavano che l’Erasmus fosse una perdita di tempo. Oggi è cambiato il modo d’intendere la cultura e per ragazzi il proprio Paese è l’Europa: parliamo di ragazzi che molto spesso sono cresciuti con l’euro e non con la lira. E’ ovvio che andare all’estero deve diventare una scelta volontaria e non un obbligo perché altrimenti non si vive dignitosamente. Auspico che la prossima assemblea di Confindustria si apra con la citazione di questa legge. Preoccupa molto il vuoto che c’è nel Def rispetto ai giovani, perché non posso pensare che i giovani italiani vogliano il reddito di cittadinanza. Penso invece che vogliano cultura, scuola, ricerca e lavoro di cui non si parla nel Def. Occorre far conoscere agli imprenditori questa legge, in maniera più approfondita, anche attraverso le nostre ambasciate”, ha commentato la deputata Silvia Fregolent del Pd.

E’ inoltre intervenuto Alessandro Belluzzo, Vice Presidente della Camera di Commercio italiana a Londra e membro della UK Chamber of Commerce in Italia. “L’iscrizione all’Aire è un obbligo per l’Agenzia delle Entrate e diviene elemento indispensabile ai fini delle agevolazioni per il rientro in Italia; altrimenti non ci sono i presupposti soggettivi, oggettivi e territoriali. Molti, nella circoscrizione inglese, per paura della Brexit hanno deciso d’iscriversi all’Aire in forte ritardo: non sapevano che l’iscrizione all’Aire non ha nulla a che fare con la Brexit, ma al contempo poteva invece portare a loro dei problemi con l’Agenzia delle Entrate. Essa, infatti, può infliggere delle sanzioni per il ritardo oltre a sancire appunto la mancanza dei presupposti oggettivi per applicare i benefici fiscali nel mondo del lavoro. Si ricorda che il regime agevolativo vale per docenti, ricercatori, e lavoratori rimpatriati”, ha spiegato Belluzzo in qualità di tecnico del diritto. “Si possono proporre delle sanatorie o un ravvedimento operoso per quelle persone che non si sono iscritte per tempo all’Aire; allo stesso si possono introdurre dei benefici anche per l’acquisto di casa o per creare una famiglia in Italia, trattenendo così questi cittadini in Patria ed evitando una loro ripartenza all’estero”, ha aggiunto Ungaro mentre Garavini ha sottolineato come l’attrattività dell’Italia rispetto ad altri Paesi ha indici piuttosto bassi: cinque volte in meno rispetto a Francia e Germania e sei volte in meno del Regno Unito, infine addirittura la metà rispetto alla Spagna.

Durante il dibattito è intervenutoi anche un rappresentante del Gruppo Controesodo, una community che dal 2015 si interessa dei lavoratori che decidono di trasferirsi in Italia. “La nostra community – ha spiegato – fornisce ai cittadini le informazioni e i chiarimenti sugli incentivi fiscali previsti dalla legge, che riguardano i ricercatori e i lavoratori rimpatriati. Negli anni c’è stata una stratificazione di norme soprattutto per i lavoratori controesodati, ex legge 238, A tal proposito abbiamo lavorato insieme al Partito democratico per la risoluzione dei problemi derivanti dalla stratificazione. Nel 2015 c’è stato il ripristino della legge 238, abrogata per due anni; nel 2016 è stata aperta la finestra temporale per consentire di optare per il nuovo regime a chi era nel vecchio; nel 2017 sono stati cancellati i conguagli retroattivi dell’Agenzia delle Entrate. Abbiamo sottoposto a 1500 persone che si trovano all’estero, come lavoratori altamente qualificati, un sondaggio con delle domande che hanno fatto emergere tre criticità: una scarsa conoscenza delle norme per cui due terzi dei rispondenti non ha idea delle agevolazioni fiscali; il 75% è sì interessato agli incentivi ma non li considera particolarmente attrattivi al fine di decidere di ritornare, quindi bisogna potenziare questi incentivi; infine se fosse prolungata la durata temporale della norma esistente, che è di cinque anni, il 90% di chi ha risposto rientrerebbe in Italia. Il prolungamento dell’agevolazione, anche in misura ridotta, potrebbe andare a chi è soggetto all’acquisto di un immobile o alla creazione di un nucleo familiare con figli: questo andrebbe fatto per trattenere il capitale umano dopo averlo attratto. Si dovrebbe altresì potenziare l’agevolazione stessa che, al momento, è del 50% e andrebbe riportata ai livelli della vecchia legge 238: quindi 70% per gli uomini e 80% per le donne. Infine c’è bisogno di un ripristino dell’agevolazione per i redditi d’impresa, attualmente esclusi. Sanare poi la questione dell’iscrizione all’Aire è quantomeno necessario, perché non può un elemento puramente formale impedire l’accesso alle agevolazioni. C’è chi banalmente non si è iscritto per paura di perdere il medico di base in Italia”.

“Ritengo un vulnus grave – ha affermato la deputata Mattia Mor del Pd – lasciar scappare una massa di studenti da noi formati che vanno all’estero: per questa ragione trovai una cosa molto intelligente quella legge. Ho vissuto un anno e mezzo a Singapore e ho visto con i miei occhi molti luoghi comuni. Ho poi toccato con mano quanta qualità italiana c’è in giro nel mondo. Pochi direbbero di no in assoluto al rientro ma, a volte, per motivi di reddito e di mancanza lavoro si preferisce restare all’estero. Credo nella competizione meritocratica, nei talenti e nella ricerca. Ho quindi realizzato un progetto di legge sul piano strategico delle start-up per creare un ambiente competitivo d’investimenti esteri in imprese innovative. Presenteremo il progetto il 23 ottobre qui alla Camera: si parlerà d’investimenti privati e di capitale umano. La legge sul controesodo è un incentivo per il rientro che deve diventare raddoppiato nel caso di start-up innovative. Credo nella creazione di un fondo per finanziare i progetti di start-up di soggetti non residenti, sia stranieri che italiani che ritornano dove questi ultimi devono rappresentare almeno la metà: persone che portano la loro idea in Italia”, ha sottolineato la deputata del Pd. (Simone Sperduto-Inform)

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