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INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

Al Maeci il Foro Italo–Latinoamericano: “Alleanza italo latinoamericana per la promozione dell’uguaglianza di genere”

FARNESINA

Merlo (MAECI) : Costruire fra l’Italia e America Latina, una vera alleanza per rafforzare l’indipendenza femminile ed eliminare così ogni discriminazione, mediante progetti d’inclusione sociale ed economica

Buongiorno (PA):  Finalmente abbiamo una legislazione che non giustifica l’omicidio della donna ma non credo che in Italia abbiamo automaticamente raggiunto la parità; oggi infatti la donna ha ancora delle libertà solo virtuali

De Leòn (IILA): Per mettere davvero in pratica l’Agenda 2030 dell’Onu sullo sviluppo sostenibile, dobbiamo incrementare l’uguaglianza di genere aumentando così posti di lavoro e Pil

ROMA – Si svolge presso la Sala delle conferenze internazionali della Farnesina, il Foro Italo-Latinoamericano, promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Maeci) e dall’Organizzazione Internazionale Italo Latino Americana (IILA). L’incontro è dedicato al tema dell’allenza italo-latinoamericana per la promozione dell’uguaglianza di genere. Gli indirizzi di saluto sono stati moderati dalla Direttrice Centrale America Latina DGMO, Antonella Cavallari, e hanno visto gli interventi istituzionali del Sottosegretario agli Affari Esteri, Ricardo Antonio Merlo, del Ministro per la Pubblica Amministrazione, Giulia Bongiorno, e del Presidente dell’IILA nonché Ambasciatrice di Panama, Ana Maria De Leòn. Come ha ricordato lo stesso Sottosegretario Merlo si tratta di un tavolo di lavoro e di un’alleanza strategica le cui basi giungono dalla Conferenza italo-latinoamericana del dicembre 2017. “Esprimo soddisfazione per questo rinnovato impulso che è maturato nel rapporto tra l’Italia e l’America Latina, frutto di legami storico-culturali molto forti: per darci soltanto un’idea di questo aspetto, pensiamo ai milioni di oriundi italo-latinoamericani. Il nostro obiettivo è l’Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile e l’uguaglianza di genere: per arrivare a questo traguardo, dobbiamo lavorare al fine di eliminare ogni forma di violenza e di sfruttamento ma anche adottare riforme che permettano alle donne un eguale accesso alle risorse rispetto agli uomini”, ha affermato Merlo. “Le prossime sfide per l’Italia e per l’America Latina, per raggiungere una piena uguaglianza nei diritti, dovranno passare attraverso proposte comuni: il fine sarà quello di costituire una vera alleanza per rafforzare l’indipendenza femminile ed eliminare così ogni discriminazione, mediante progetti d’inclusione sociale ed economica”, ha aggiunto il Sottosegretario.

Il Ministro Giulia Bongiorno ha aperto il suo intervento puntando l’attenzione sulla discrepanza che c’è in Italia rispetto a due date simboliche: un atteggiamento che aiuta a capire meglio il problema della disparità. “L’8 marzo si celebra la festa delle donne e delle pari opportunità; poi il 25 novembre festeggiamo la battaglia contro la violenza verso le donne. Ancora non si è ben capito che la violenza non deriva dalla pazzia di un uomo ma proprio dall’atteggiamento discriminatorio nel modo di pensare: il 25 novembre e l’8 marzo sono date nelle quali bisogna parlare di entrambi gli argomenti, perché non sono diversi ma in Italia su questo aspetto c’è una grande confusione”, ha aggiunto la Bongiorno ricordando come la stessa legislazione sia stata in passato fortemente maschilista. “Parliamo di una legislazione durata secoli e pertanto il superamento formale della stessa non riesce a bypassare automaticamente il problema sul piano culturale. Nel diritto romano c’era il cosiddetto ‘Ius Corrigendi’, ossia il diritto del marito di adottare sulla moglie ogni mezzo correttivo; fino agli inizi degli anni Ottanta in Italia vigeva ancora il ‘delitto d’onore’, che si puniva soltanto con una pena da tre a sette anni. Poi man mano la situazione è migliorata, sul piano legislativo; è stato introdotto il termine specifico di femminicidio, che consiste nell’uccisione di una donna per un senso di superiorità da parte dell’uomo: spesso nei verbali si apprende come il soggetto omicida faccia riferimento a un movente dettato dalla ricerca d’indipendenza da parte della vittima. Questo significa che lo ‘Ius Corrigendi’ del diritto romano è tuttora presente in queste scelte omicidiarie. Finalmente abbiamo una legislazione che non giustifica l’omicidio della donna ma non credo che in Italia abbiamo automaticamente raggiunto la parità; oggi infatti la donna ha ancora delle libertà solo virtuali. Manca per esempio una redistribuzione del tempo e degli oneri familiari, mentre sussiste il fatto gravissimo che se una donna denuncia una violenza nessuno l’aiuta. Su quest’ultimo punto ricordo la proposta di legge chiamata ‘codice rosso’ che prevede un aiuto concreto entro tre giorni dalla denuncia, perché lo Stato non può permettere che le denunce giacciano sulle scrivanie”, ha aggiunto il Ministro per la Pubblica Amministrazione.

Ana Maria De Leòn, Presidente dell’IILA e Ambasciatrice di Panama, ha invitato a cambiare il modo di trattare questi temi. “E’ importante affrontare il tutto in maniera integrale: abbiamo ascoltato l’importanza degli strumenti legali, fondamentali per contrastare il femminicidio e promuovere l’uguaglianza. Tuttavia, per mettere davvero in pratica l’Agenda 2030 dell’Onu sullo sviluppo sostenibile, dobbiamo incrementare questa uguaglianza di genere aumentando così posti di lavoro e Pil: andando in questa direzione, è stato calcolato un aumento di 5 miliardi di dollari su scala globale già nel 2025. L’economia infatti perde lì dove non c’è uguaglianza economica e salariale. Dal rapporto del Foro economico globale risulta che soltanto il 22% delle donne occupa un ruolo di leadership”, ha spiegato De Leòn sottolineando come le opportunità non debbano però giungere solo attraverso le cosiddette ‘quote’ ma soprattutto per via delle capacità, che a loro volta derivano dall’accesso all’istruzione. Sono state quindi illustrate alcune cifre preoccupanti sulla violenza di genere. “Ogni anno oltre sessantamila donne vengono uccise nel mondo; una donna su tre subisce violenza sessuale e quotidianamente muoiono in media  dodici donne latino americane, vittime di violenza per il solo fatto di essere donne”, ha aggiunto il Presidente dell’IILA. (Simone Sperduto/Inform)

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