direttore responsabile Goffredo Morgia
Registr. Trib. Roma n.338/2007 del 19-07-2007
INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

Al Comitato permanente sugli italiani all’estero l’audizione dei rappresentanti dell’Associazione Mantovani nel Mondo e del Comitato 11 Ottobre

CAMERA DEI DEPUTATI

III Commissione

Fra i punti in discussione il rientro dei nuovi espatriati e l’ingresso in Italia dei discendenti degli emigrati storici

ROMA – Si è tenuta, al Comitato permanente sugli italiani all’estero e la promozione del sistema paese, presso la III Commissione della Camera dei Deputati, l’audizione dell’Associazione Nazionale Mantovani nel Mondo e del Comitato 11 Ottobre sul tema degli italiani e degli italici all’estero. I lavori sono stati moderati dal Presidente del Comitato Simone Billi (Lega, ripartizione Europa) che ha salutato anche i rappresentanti della Consulta dei Lombardi nel Mondo e quindi introdotto gli argomenti trattati in audizione: rientro dei giovani espatriati, ingresso in Italia dei giovani discendenti degli emigrati storici, adeguamento degli strumenti amministrativi collegati a questi temi; quindi il nocciolo della questione che spesso ruota attorno a cittadinanza, visti, permessi e facilitazioni per i rientri. Come ha ricordato Billi, proprio in queste ore è in discussione alla Camera il cosiddetto “decreto crescita” finalizzato a “migliorare la normativa sul rientro dall’estero già vigente”. Questo dovrebbe avvenire attraverso alcuni strumenti: aumento dell’imponibile non tassabile, dal 50 al 70%, e prolungamento degli anni di detassazione, da un minimo di cinque in su; ci sarebbero incentivi fiscali simili anche per favorire il rientro della cosiddetta “emigrazione qualificata” ossia di quelle figure professionali specializzate. In ultimo si pensa a incentivi per permettere il ritorno ai pensionati che si avvalgono di una pensione estera. “Non sarebbe solo un venire incontro alla soddisfazione personale del singolo, che può così ritornare in Patria, ma anche al benessere dell’economia locale”, ha aggiunto Billi.

Aldo Aledda, coordinatore del Comitato 11 Ottobre, ha spiegato le ragioni che hanno portato alla costituzione di questo organismo formatosi spontaneamente intorno a un gruppo di studiosi con esperienza nel campo dell’associazionismo per gli italiani all’estero, per i nuovi espatriati o per i discendenti: il fine è quello di sensibilizzare le istituzioni su questi temi. “Bisogna coltivare obiettivi e costruire azioni a medio-lungo termine. Stiamo assistendo allo spopolamento e all’invecchiamento del Paese, anche per questioni legate alla denatalità. Le proiezioni statistiche segnalano che entro il 2065 saranno persi oltre 7 milioni di abitanti a fronte di una popolazione mondiale in ampia crescita. Occorrono interventi di assestamento altrimenti, come insegna la storia, in questi casi gli assestamenti demografici avverranno in automatico”, ha spiegato Aledda parlando quindi delle ipotesi di rientro dei nostri connazionali. “In primo luogo bisogna partire dal dato storico costante per il quale almeno un terzo dei nostri emigrati è rientrato, anche prima dell’età della pensione. In secondo luogo c’è da tenere in forte considerazione, in funzione dei rientri, quelle aree come l’America Latina dove ci sono Paesi meno stabili del nostro e in crisi economica endemica. In generale oggi i nuovi migranti italiani sono mediamente più istruiti e solo un 20% è disponibile al rientro: dobbiamo intercettare questi flussi nella fase naturale del ritorno e attraverso politiche lungimiranti”, ha aggiunto Aledda che ha altresì evidenziato come, nel dossier presentato, siano affrontati, tra i problemi del rientro, anche quelli relativi agli intralci burocratici.

Riccardo Giumelli, sociologo presso l’Università di Verona, ha ricordato come molti se ne vanno e chi vuol rientrare, invece, si trova di fronte tante difficoltà: è il caso di chi viene da Paesi sudamericani e non riesce a farsi riconoscere i titoli di studio in Italia. “Dobbiamo cambiare la nostra visione sugli italiani all’estero: essi non sono un problema ma una grandissima risorsa. Parliamo dei cosiddetti ‘italici’ e di una storia dell’emigrazione italiana che i ragazzi delle nostre scuole spesso non conoscono. Le questioni del ‘Vivere all’Italiana’ e del ‘Made in Italy’ oppure ancora quelle dei discendenti italiani o degli oriundi al di fuori dall’Italia non siano più un argomenti di nicchia”, ha affermato Giumelli ricordando come la prima vera cattedra dedicata agli italici nel mondo sarà quella di Mar del Plata in Argentina. “Bisogna cambiare paradigma su questo tema ossia quello del rientro degli italici, con proposte concrete, perché è inutile nascondere che i talenti vanno dove trovano la possibilità di far crescere il proprio talento”, ha aggiunto Giumelli.

Daniele Marconcini, Presidente dell’Associazione Nazionale Mantovani nel Mondo, ha spiegato le ragioni alla base delle origini dell’associazione che nacque in funzione di una richiesta crescente da parte dei mantovani residenti in Brasile di ricostruire la storia della nostra emigrazione. Una ricerca che ha evidenziato una dispersione della diaspora lombarda in Brasile.  “Tante persone, poco alla volta, sono tornate nella nostra provincia alla ricerca delle proprie origini che è un qualcosa da tenere sempre distinto dalle questioni meramente amministrative. Espìrito Santo e San Paolo sono città brasiliane dove le persone facevano ricerche familiari, con motivazioni sia sentimentali e sia molto pratiche perché avere il passaporto italiano significava muoversi più liberamente”, ha affermato Marconcini evidenziando come purtroppo dietro alle cittadinanze si sia celato a volte del business a discapito degli stessi Comuni e delle tempistiche di lavorazione delle pratiche. Chi sono dunque questi ‘italici’? “Piero Bassetti – ha proseguito Marconcini – ha introdotto questa immagine dell’italico: una figura che ha spesso una doppia nazionalità e conosce più lingue. Dobbiamo ragionare su come attrarre queste persone in Italia, ossia nel mondo del lavoro, superando gli ostacoli burocratici; allo stesso tempo dobbiamo rivalutare il ruolo di rappresentanza dell’associazionismo italiano nel mondo, anche in chiave Cgie. Il nostro impegno associativo non è tout court assimilabile al volontariato: credo sia necessario istituire un albo di vere associazioni con iscritti, bilanci e attività finalizzato alla richiesta di contributi pubblici”, ha aggiunto Marconcini invitando i parlamentari della circoscrizione Estero a stare più vicino ai territori in cui vivono le comunità italiane all’estero. Su questo punto è intervenuta la deputata Fucsia Fitzgerald Nissoli (Forza Italia, ripartizione America settentrionale e centrale), che ha evidenziato come l’ampiezza delle circoscrizione degli eletti all’estero rappresenti un limite istituzionale che non dipende dalla volontà dei parlamentari. “Cerchiamo sempre di fare il massimo ma questo nostro impegno sul territorio non viene riconosciuto quale attività parlamentare”, ha spiegato Nissoli.

Luis Roberto Lorenzato (Lega, ripartizione America Latina) ha parlato di un disegno di legge volto a snellire le procedure di accertamento finalizzate al riconoscimento delle cittadinanze, invitando a rivedere in tal senso la circolare specifica. “Dovremmo parlare di una sorta di ‘Italian Commonwealth’ ossia di un asset da valorizzare”, ha commentato Lorenzato chiedendo di vigilare attentamente sulle eventuali attività che possono ruotare attorno alle cittadinanze. Elisa Siragusa (Movimento 5 Stelle, ripartizione Europa) ha sottolineato come “al di là degli incentivi e delle agevolazioni fiscali, occorra una situazione lavorativa migliore quale unica via per contrastare quell’incertezza sul futuro che porta tanti giovani laureati a trovare altre strade all’estero”. Angela Schirò (Partito Democratico, ripartizione Europa) ha sottolineato di aver presentato una proposta legge proprio sull’insegnamento della storia dell’emigrazione italiana. “Spero se ne possa parlare già in questa legislatura”, ha auspicato Schirò ricordando come “quando si parla di ‘Made in Italy’ in realtà si sta parlando di una positività che vede come protagonisti proprio quegli italiani all’estero che vivono nella ricerca delle proprie origini”. La deputata Pd ha anche evidenziato  la necessità di mutamenti importanti in Italia per consentire un cambio di rotta in favore dei connazionali all’estero.

Tra gli altri interventi segnaliamo quello di Giuseppe Sommario, ricercatore e ideatore del Piccolo Festival delle Spartenze, che ha invitato a lavorare sulla creazione di concetti come comunità e identità. “Nonostante i tanti milioni di emigrati italiani non ci sono ad oggi cattedre dedicate alla storia dell’emigrazione né riconoscimenti a livello regionale, a parte il caso del Veneto che l’ha introdotta come materia d’insegnamento nelle scuole. Da quattro anni organizziamo in Calabria il Piccolo Festival delle Spartenze e dallo scorso anno l’abbiamo aperto ai ricercatori: il 17 agosto prossimo ci sarà ‘la notte dei ricercatori italiani nel mondo’ con circa cinquanta ricercatori che verranno a raccontare la propria esperienza. L’Italia forma i ricercatori che poi vanno via, permettendo così a Paesi stranieri più avanzati di far crescere il divario tra noi e il resto del mondo. Molti di loro tornerebbero in Italia se qui ci fosse la possibilità di fare ricerca davvero”, ha rilevato Sommario. (Simone Sperduto/Inform)

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