direttore responsabile Goffredo Morgia
Registr. Trib. Roma n.338/2007 del 19-07-2007
INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

A Roma l’incontro “70 anni al servizio della persona, la primavera dell’Inas 1949-2019: ripartire dai giovani”

PATRONATI

 

Presidente Inas Cisl Petteni: “Puntiamo sul nostro vivaio di giovani, sono la nostra primavera…l’Inas è avamposto di welfare anche oltre i confini nazionali”

 

ROMA – “70 anni al servizio della persona, la primavera dell’Inas 1949-2019: ripartire dai giovani”, questo è lo slogan dell’iniziativa organizzata dall’Inas, il patronato della Cisl, il 13 settembre a Roma presso l’Auditorium di via Rieti, per celebrare i settant’anni di attività che vengono narrati anche dalla pubblicazione “Dall’INAS FIL alla CISL-INAS” edita in collaborazione con la Fondazione “Giulio Pastore” e contenente linee storiche e d’attualità sul patronato.

Il convegno si è aperto con la proiezione del breve documentario di Giovanni Panozzo, “Terre di confine”, girato nel comune di Calitri in provincia di Avellino: il filmato mostra l’aiuto concreto fornito dal patronato ai cittadini delle zone cosiddette di periferia. Antonio Graniero, vicepresidente Inas Cisl, ha sottolineato il ruolo del patronato mostrato nel documentario. “Crediamo nel futuro del nostro istituto e nel valore aggiunto della sussidiarietà: è quel valore che consente di offrire delle risposte ai bisogni concreti di quelle persone che vivono nelle terre di provincia. Lavoriamo milioni di pratiche ogni anno: tuttavia crediamo che dare risposte ai bisogni significhi prendersi in carico la persona e non solo la singola pratica”, ha spiegato Graniero.

Aldo Carera, presidente della Fondazione “Giulio Pastore”, ha offerto una ricostruzione storica della nascita del welfare state: dall’assistenza al patronato sociale. Nella metà del ‘900 si comincia a parlare di welfare state e di welfare della persona, ossia di sicurezza sociale rivolta alla persona, grazie anche a grandi pensatori come Ludovico D’Aragona. “Occorre trovare il giusto equilibrio tra le diverse modalità a disposizione per aiutare le persone: enti, sindacati, soggetti pubblici. Se non c’è equilibrio, a rimetterci sono coloro che hanno bisogno di aiuto ed i bisognosi non mancheranno mai”, ha commentato Carera illustrando la nascita del pluralismo sindacale nel secondo dopoguerra. Si passa dalla scissione della corrente cattolica, all’interno della CGIL, alla nascita dell’INAS FIL: entrambe confluite poi nella CISL. Il 15 luglio 1950 nasce l’INAS CISL. “Va posto al centro dell’attenzione il concetto di equità, da intendere come la capacità di cambiare lo stato delle cose. Come sosteneva Giulio Pastore, c’è bisogno di prendere per mano il proprio destino e cambiarlo, per giungere a una vera giustizia sociale. Non parliamo solo di singoli ma di una grande identità collettiva: l’obiettivo è quello di consentire a tutti di essere cittadini. La cittadinanza è una dimensione che implica il rompere i limiti materiali che condizionano l’uomo e lo rendono meno libero. Il sindacato e il lavoro sono la vera risorsa”, ha aggiunto Carera evidenziando tre parole chiave: “sussidiarietà, prossimità e competenza”.

 

Gigi Petteni, presidente Inas Cisl, ha parlato alla platea ma soprattutto ai tanti giovani presenti in sala evidenziando il ruolo fondamentale delle nuove generazioni per il futuro del patronato. “La nostra è una grande rete di solidarietà con centinaia di sedi in tutta Italia: ovunque siamo un saldo punto di riferimento con un personale altamente preparato nell’ambito previdenziale e socio-assistenziale, coadiuvato da diverse centinaia di collaboratori. Quello che facciamo ogni giorno sul campo può essere definito come una rivoluzione di prossimità territoriale: soltanto i ragazzi che sono qui presenti avranno incontrato di recente migliaia di persone nei contesti più disparati e nei più piccoli borghi di provincia”, ha commentato Petteni accennando anche al ruolo altrettanto importante rivestito dal patronato al di fuori dei confini nazionali. “La nostra attività quotidiana ci ha spinto oltre i confini italiani: oggi infatti siamo presenti in venti Paesi sparsi nei quattro continenti, per un totale di ottantanove uffici e centocinquantotto operatori all’estero. Insomma siamo un avamposto di welfare anche lontano dall’Italia”, ha aggiunto il presidente Inas Cisl rimarcando poi i principali settori che impegnano ogni giorno gli operatori. “In tutti questi anni di attività siamo stati vicini a chi ha perso il lavoro; siamo stati al fianco di chi ha avuto problemi di salute e ci siamo dunque posti al servizio delle famiglie. Per sottolineare le difficoltà in cui operiamo quotidianamente – ha aggiunto Petteni – basterebbe soltanto ricordare ad esempio il settore della previdenza, comprensivo di tutti quegli aspetti legati anche alla cosiddetta ‘quota cento’, dove non c’è nulla che si possa affrontare in maniera semplicistica: vorrei ricordare che ad oggi sono previste oltre quindici modalità differenti per andare in pensione. Risolvere i problemi di quello che appare come un welfare scollegato e rilanciare quindi il patronato, come soggetto di risposta a queste problematiche, vuol dire in sostanza ribadire e portare avanti dei valori sociali che sono gli stessi sanciti dalla Costituzione”, ha sottolineato Petteni invitando a fare fronte comune con la casa madre, ossia con la Cisl. “Abbiamo davanti tre sfide per il futuro: welfare, previdenza e periferie. Dobbiamo puntare sul nostro vivaio di giovani, che rappresenta la nostra primavera. Passiamo a voi giovani la nostra testimonianza e la nostra esperienza: operate in un rapporto diretto con la persona ma in un gioco di squadra. Tante volte la lontananza territoriale corrisponde a una lontananza dalle istituzioni e dobbiamo, anche grazie al vostro lavoro, essere quel presidio in grado di rappresentare i problemi e le aspettative delle persone che si rivolgono ai nostri uffici”, ha concluso il presidente Inas Cisl.

Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, ha parlato dell’idea di un’evoluzione, necessaria negli anni, nell’organizzazione ma anche nelle attività integrate per dare risposte efficaci a tanti problemi. “Tutto questo è vissuto come una missione: siamo un’organizzazione da valorizzare ogni giorno sempre più sul territorio. Come Cisl abbiamo fatto grandi cose in questi anni, affrontando problemi importanti e mutamenti profondi nella società, che hanno cambiato noi stessi come persone prima ancora che come organizzazione. Le difficoltà non sono certamente tramontate: alcune le abbiamo risolte e altre sono ancora da affrontare tutti insieme”, ha rilevato Furlan. “Avete coniugato alta professionalità, offrendo le risposte giuste alle persone, e capacità di ascoltare le parole delle persone. Tutto questo lo avete realizzato con tenacia, sentimento e voglia di andare avanti.

 

Abbiamo iniziato un processo di rinnovamento dentro la struttura, ossia nelle categorie, nelle unioni, ma anche nella stessa Inas e nei servizi. Abbiamo bisogno di rendere le giovani generazioni un elemento di ulteriore aggregazione per guardare al futuro”, ha aggiunto Furlan rivolgendosi proprio ai ragazzi in sala. “In una società in cui si è cercato di tagliare i legami sociali tra generazioni, è importante vedere tanti giovani che si mettono a disposizione degli anziani. Il primo modo per stare vicino alle persone è agire con la vostra passione e convinzione, perché ci vuole passione e affetto: è tutto racchiuso in queste due parole.

Il valore più importante che apporta l’Inas è nell’incontro diretto con le persone, che ci consente di rivestire un ruolo davvero utile per il prossimo”, ha concluso Furlan. Sono intervenuti infine diversi giovani operatori che hanno testimoniato l’utilità dei servizi offerti alle persone, vedendo trasformare così i propri uffici in sportelli di riferimento e di prossimità per il cittadino in difficoltà. (Simone Sperduto/Inform)

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail
Powered by Comunicazione Inform | Designed by ComunicazioneInform