ITALIANI ALL’ESTERO
A margine delle celebrazioni per il 2 giugno
Segnalato il problema della conservazione della nostra cittadinanza per gli italiani che vengono naturalizzati sammarinesi
SAN MARINO – Al ricevimento celebrativo per la Festa della Repubblica, organizzato dall’Ambasciata d’Italia, hanno preso parte anche i vertici del Comites San Marino: il Presidente Diego Renzi e il Vicepresidente Alessandro Amadei. Riguardo le celebrazioni per il 2 giugno, è stata espressa soddisfazione per una festa che, tenendosi a San Marino, “rappresenta un momento importante per suggellare un sodalizio forte esistente tra i due Stati, che hanno da tanto tempo un legame di fratellanza”. I due rappresentanti del Comitato degli Italiani all’Estero, incontrati a margine dell’evento, hanno tuttavia parlato anche delle problematiche riguardanti il Comites e, più in generale, i nostri connazionali. Come ha evidenziato il Presidente Renzi, si tratta di problemi di natura economica e di rappresentatività, nello specifico per il Comites; si è invece sollevata la questione della cittadinanza sammarinese per naturalizzazione per quanto riguarda, più in generale, i cittadini italiani.
Il Presidente Renzi ha affermato che le attuali modalità di sovvenzionamento dei Comites presentano difficoltà che rendono complesso anche l’affitto di una sede per il Comitato. Una sede, precisa Renzi “che comunque siamo tenuti ad avere così come siamo tenuti a fare bilanci preventivi e consuntivi”.
Il Presidente del Comites, dopo aver ricordato il positivo operato del Comitato, ha altresì evidenziato il problema di “non essere rappresentati come San Marino all’interno del Cgie, un limite che riguarda anche altri piccoli Stati”. C’è poi il problema della cittadinanza per gli italiani che vengono naturalizzati sammarinesi: dal 2015 la questione è entrata nel dibattito politico-istituzionale. L’idea è quella di poter conservare la cittadinanza italiana d’origine, senza dovervi rinunciare effettuando di fatto una scelta, a fronte della naturalizzazione sammarinese: quindi sostanzialmente poter avere una doppia cittadinanza.
“E’ una costrizione dover rinunciare alla propria cittadinanza d’origine: io non ho voluto fare questa rinuncia e mi hanno tolto la cittadinanza sammarinese presa per naturalizzazione. Ho una proposta di legge, ferma in Senato, dove chiedo il reintegro delle cittadinanze per gli italiani che ingiustamente hanno dovuto rinunciarvi. La cittadinanza comporta un diritto importante come quello al voto: una persona deve avere il diritto di poter votare nel luogo in cui vive tutti i giorni. Oggi c’è bisogno di un accordo tra Italia e San Marino, perché soltanto insieme si va avanti”, ha concluso Renzi esternando delusione sulla questione della cittadinanza, che finora avrebbe disatteso le aspettative. Sempre su questa vicenda il Vicepresidente Amadei ha ricordato come il Comites abbia depositato circa due anni fa, presso il Consiglio Grande e Generale, due progetti di legge, d’iniziativa popolare: il primo punta alla risoluzione della questione della rinuncia alla cittadinanza d’origine, come condizione per essere naturalizzati, nonché alla riduzione degli anni necessari per ottenere la naturalizzazione; attualmente sono venticinque, che scendono a quindici per matrimonio: la proposta prevede un abbassamento a quindici, ovvero a dieci anni per matrimonio.
“Il nostro progetto di legge è in discussione presso la Commissione consiliare Affari costituzionali – presso il Parlamento sammarinese – ma finora siamo soddisfatti in minima parte perché è stata accolta solo l’idea di un abbassamento degli anni necessari, che è comunque una questione considerabile come relativa se rapportata a quella ben più seria della rinuncia: su quest’ultima invece ci sarebbe una riforma del Governo che, se passasse, prevederebbe per la naturalizzazione un allungamento dei termini per la scelta della cittadinanza a sei anni, mentre attualmente è di un anno”, ha spiegato Amadei evidenziando come sulla cittadinanza siano in passato intervenuti anche gli organismi europei con delle raccomandazioni, per esempio attraverso la Commissione Ecri presso il Consiglio d’Europa. Il secondo progetto di legge depositato riguarda invece la possibilità di cambiare la normativa elettorale: quindi permettere di avere diritto di elettorato attivo e passivo per le Giunte di Castello – corrispondenti a Comuni e Municipi italiani – ai cittadini stranieri residenti da almeno cinque anni in quella determinata circoscrizione. In conclusione si è sottolineato come il ruolo del Comites sia quello di “tutela dei connazionali che risiedono nel territorio di San Marino, che sono una comunità di 14.000 persone: la maggioranza ha la doppia cittadinanza – in questo caso per discendenza e non per naturalizzazione – mentre cinquemila cittadini hanno solo quella italiana”, ha aggiunto Amadei, auspicando altresì politiche bilaterali per una sempre maggiore coesione tra i due Stati, anche in funzione del percorso intrapreso dal Titano per l’ingresso nell’Unione europea. (Simone Sperduto/Inform)