mercoledì, 4 Dicembre, 2013 in
NOTIZIE INFORM
CAMERA DEI DEPUTATI
In Aula l’informativa del Governo sul fermo dei tifosi laziali a Varsavia
Il vice ministro degli Esteri Marta Dassù ripercorre i fatti avvenuti, ribadendo l’impegno di ministro e Farnesina per l’assistenza ai connazionali coinvolti
ROMA – Il vice ministro agli Esteri Marta Dassù ha riferito ieri alla Camera dei Deputati sulle vicende relative al fermo di numerosi cittadini italiani in occasione della partita di calcio Legia Varsavia-Lazio disputata nella capitale polacca il 28 novembre scorso.
Si tratta in totale di 149 connazionali fermati dalla Polizia tra mercoledì 27 e giovedì 28 novembre: un primo gruppo di 16 tifosi fermato nella serata del 27, a seguito di scontri con i sostenitori della squadra locale vicino alla stazione centrale, e di 133 connazionali fermati nel pomeriggio del 28; dopo i procedimenti con rito abbreviato, 22 sono i connazionali che sono stati trattenuti e tutti gli altri liberati, alcuni di essi – fa sapere la rappresentante del Governo – dopo il pagamento di un’ammenda. “I connazionali trattenuti, accusati di adunata sediziosa e aggressione a pubblico ufficiale, sono stati processati per direttissima e condannati a pene non definitive di alcuni mesi o sottoposti ad indagini preliminari con due mesi di custodia cautelare. Tutti loro potranno presentare appello e richiedere scarcerazione su cauzione. Le famiglie degli interessati sono in queste ore in stretto contatto con i legali – afferma Dassù, che ribadisce come la Farnesina, “attraverso la nostra ambasciata, si sia attivata per fornire loro assistenza”.
Ha incontrato i sottosegretari polacchi al ministero della Giustizia e agli Interni l’ambasciatore italiano a Varsavia, Riccardo Guariglia, per “chiedere una spiegazione sui fatti accaduti”. Al sottosegretario alla Giustizia sono state rappresentate difficoltà e “perplessità raccolte direttamente dai connazionali detenuti” anche sulle procedure di rito abbreviato svolte, mentre sono ancora in corso colloqui con il ministro della Giustizia per il rilascio di permessi a favore dell’ambasciata e per consentire ai parenti di visitare in carcere i connazionali, “cosa – segnala il vice ministro – che per ora è avvenuta solo in parte”. Al sottosegretario dell’Interno invece sono stati espressi interrogativi “sull’azione di polizia che emergono dalle testimonianze dei fermati”, in particolare da coloro che si dichiarano estranei ai fatti contestati, ma che sono stati comunque fermati e portati in commissariato, sul trattamento ricevuto, nonché sulle testimonianze rese dalle forze di polizia in occasione dei riti abbreviati, giudicate non veritiere dai trattenuti. In questo caso è stata rappresentata dall’ambasciatore “l’aspettativa italiana che le autorità polacche facciano tempestivamente luce su tutti questi aspetti – afferma il vice ministro, – fornendoci quanto prima una relazione che chiarisca i contorni di questa grave vicenda”. Il sottosegretario all’Interno avrebbe comunque assicurato un operato della polizia “conforme alle procedure legali vigenti” e ribadito come i connazionali, nel caso, abbiano la facoltà di rivalersi con denunce presso il comandante della polizia competente. Evidenziata anche – riferisce Dassù – l’esistenza di prove più ampie dei filmati degli incidenti sino ad ora circolati, prove che possono essere visionate dagli avvocati difensori.
“La posizione del Governo italiano è di ferma condanna per gli atti di teppismo ovunque essi siano effettuati. Al tempo stesso – ribadisce Dassù – nutriamo l’aspettativa che un Paese amico e partner com’è la Polonia agisca a tutela dei nostri connazionali”.
“L’ambasciata italiana – prosegue il vice ministro – si è attivata non appena ha appreso del primo fermo di mercoledì 27 novembre, informando dei fatti la società sportiva Lazio e mantenendosi in contatto con le locali autorità di polizia anche tramite l’esperto del ministero dell’Interno, vicequestore Mosconi, che è in servizio presso una nostra rappresentanza a Varsavia. Giovedì 28 novembre, l’ambasciata ha ottenuto che la polizia garantisse un servizio di scorta per i tifosi che defluivano dallo stadio per evitare ulteriori incidenti ed ha in seguito ottenuto che fosse posticipato l’orario di chiusura degli uffici contabili dei tribunali, così che i connazionali potessero pagare subito eventuali ammende, permettendo loro di ripartire immediatamente. Su nostra insistenza è stata allestita un’apposita cellula di crisi presso la questura di Varsavia. Non c’è dubbio – rileva Dassù – che il numero così vasto di connazionali fermati spieghi una parte di questi forti disagi e di questi gravissimi incidenti”.
Il vice ministro segnala anche come l’ambasciata abbia mantenuto aperti i propri uffici nel fine settimana, “prestando assistenza ai connazionali che venivano via via rilasciati e, a partire dalla giornata di domenica 1o dicembre, per fornire assistenza anche a molti connazionali arrivati in Polonia per essere vicini ai loro familiari fermati”. La sede consolare, oltre a rispondere alle richieste di familiari e amici delle persone coinvolte, ha inoltre “posto ogni cura affinché i due tifosi ancora detenuti potessero provvedere a nominare subito un avvocato difensore che li assistesse”, avvocato che ha immediatamente “prospettato ai familiari dei connazionali le azioni legali di tutela, comprensive della richiesta di rimessa in libertà e le relative tempistiche”.
Il vice ministro ammette come si sia potuta determinare “in questo quadro oggettivamente molto complesso”, “l’impressione di una presenza non uniforme delle autorità italiane”, impressione amplificata dalle dichiarazioni raccolte da alcuni media di familiari coinvolti in un episodio inaspettato e drammatico, ma associata – fa sapere il vice ministro – anche a manifestazioni di ringraziamento giunte al Mae per l’assistenza ricevuta.
Richiamata anche l’attenzione del ministro Emma Bonino in proposito, “che ha seguito da subito personalmente la vicenda” e “ha avuto un colloquio telefonico con il suo omologo, Sikorski, nel quale ha formalmente chiesto di adoperarsi affinché vengano messi in libertà, anche dietro cauzione in attesa del processo, tutti gli italiani detenuti nel carcere di Varsavia”. Al ministro degli Esteri polacco è stato anche chiesto – fa sapere Dassù – di “fare chiarezza sull’intera vicenda, fornendo una relazione governativa in merito a modalità e tempistica degli eventi che hanno portato ad arresti su scala così vasta”, disponibilità formulata da Sikorski, che si è impegnato a “monitorare il caso” ed aggiornare il ministro sui prossimi sviluppi. “Nello spirito di solidarietà nei confronti degli italiani arrestati a Varsavia, che il ministro Bonino ha rappresentato anche al presidente della Lazio, Lotito, una delegazione del Mae ha incontrato anche rappresentanti della tifoseria laziale per chiarire meglio le azioni che Ministro e Farnesina stanno mettendo in atto per ottenere la scarcerazione più rapida possibile dei nostri connazionali”, impegno che è – assicura il vice ministro “il nostro obiettivo di fondo”. “La Farnesina ha analogamente sensibilizzato con continuità anche l’ambasciatore polacco a Roma e continuerà a prestare ogni possibile assistenza ai connazionali e ai loro familiari in stretto contatto con le autorità polacche, con l’obiettivo di una rapida e definitiva soluzione di tutti questi casi” e per giungere a “chiarire in uno spirito di massima trasparenza e collaborazione, i contorni di questo episodio increscioso”. “Noi siamo convinti che lo sport debba essere un’occasione di avvicinamento fra i popoli e non, invece – ha concluso il vice ministro, – motivo di tensione o di scontri. In questo confidiamo di poter contare sul pieno sostegno di uno Stato membro dell’Unione europea a noi così vicino per molteplici ragioni”. (Inform)