venerdì, 25 Ottobre, 2013 in
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INTERVENTI
Franco Santellocco (Cgie): “Una esperienza che sta per concludersi”
È giunta oggi la convocazione dell’Assemblea plenaria del Consiglio Generale degli italiani all’estero. Da dieci anni essa non è rinnovata a causa dei ripetuti rinvii delle elezioni dei Comites.
Questa chiamata dovrebbe essere l’ultima; tuttavia sarà bene non dimenticare che altre volte sembrava essere arrivati alla scadenza.
Il Segretario Generale ha solennemente minacciato, in una manifestazione pubblica del suo partito, il Pd, di presentarsi dimissionario nel caso non vi fosse la certezza della indizione dei comizi per la elezione dei Comites nel corso del 2014.
In un Paese in cui nessuno si dimette, e le dimissioni, sempre irrevocabili, offrono spesso possibilità di ripensamento, sarebbe una eccezione.
Tuttavia è importante fermarsi a riflettere sull’esperienza trascorsa, sui sentimenti ancora vivi nei nostri cuori, su cosa è rimasto delle illusioni, del sogno maturato poco più di dieci anni fa.
Doveva essere un esercizio di partecipazione democratica delle comunità alla gestione di alcune semplici attività, lo sforzo di avvicinare le istituzioni alla gente che le vicende della vita avevano portato lontano dalle proprie case, di coinvolgere i cittadini italiani all’estero, con l’esercizio del voto per corrispondenza, nelle piccole scelte locali per estenderle poi a quelle più vaste e decisive della politica nazionale.
Non è purtroppo questo il risultato ottenuto. Il coinvolgimento della gente non c’è mai stato, è mancata la volontà di andare oltre le camarille del piccolo potere locale. Poca gente al voto significava poca fatica per raggiungere consenso e l’illusione di rappresentare una comunità.
Il 30% di partecipanti al voto è una miseria e la più chiara indicazione di un fallimento.
Lo schema del sogno prevedeva che i Comites affrontassero le problematiche locali, il Consiglio generale ne facesse una sintesi proponendo soluzioni adeguate alle istituzioni con il sostegno dei parlamentari eletti all’estero, di tutti i parlamentari eletti all’estero.
Un sogno era ed un sogno è rimasto.
Forse dieci anni fa si è preteso troppo da comunità ormai stanche e sfiduciate: solo limitati gruppi di militanti hanno reagito ed afferrato l’occasione.
È ripresa, nel frattempo, la emigrazione, una nuova linfa scorre, in forme diverse, nel corpo delle comunità perché oggi, come allora, anche se lo stereotipo è cambiato, resta la sofferenza di lasciare i propri luoghi, i propri affetti, alla ricerca di un proprio spazio di crescita.
È un’occasione da non perdere per riprendere il filo del dialogo con le istituzioni all’estero, in un necessario ma non sempre facile sforzo comune di creare comunità che siano in grado di avere peso, insieme, sulla vita del Paese di origine e su quello di accoglienza.
Una esperienza di dieci anni sta per concludersi, non sempre con successo.
Lavoriamo fin da ora perché il futuro possa produrre risultati più confortanti per gli italiani nel mondo, quelli del passato e quelli che affrontano oggi ed affronteranno nel futuro la dura esperienza della emigrazione. (Franco Santellocco* -Inform)
* Presidente della V Commissione “Formazione Lavoro Impresa Cooperazione” del CGIE