MATTMARK, 51 ANNI DOPO
Su iniziativa dell’Associazione Bellunesi nel Mondo
BELLUNO – In occasione del 51° anniversario della sciagura di Mattmark , martedì 30 agosto, su iniziativa dell’Associazione Bellunesi nel Mondo, alle ore 17.15, suoneranno per un minuto le campane nei comuni delle vittime italiane .
“Per ricordare e onorare le vittime della nostra comunità, e dell’intera Italia, che persero la vita a Mattmark”, è il pensiero del presidente Abm Oscar De Bona che ringrazia la sensibilità e disponibilità dei primi cittadini italiani che hanno risposto all’appello dell’associazione.
Ricorda l’Associazione Bellunesi nel Mondo: “Erano circa le 17.15 del 30 agosto 1965, quando un’enorme massa di ghiaccio e roccia si staccò all’improvviso dal ghiacciaio Allalin, franando rovinosamente sulle sottostanti baracche del cantiere allestito per la costruzione della diga di Mattmark (Svizzera). ‘I morti sono quasi cento’, riportarono il giorno successivo i principali quotidiani svizzeri e italiani, ‘i soccorritori scavano minacciati dal pericolo di nuove valanghe, ma non c’è più nessuna speranza’. Sono passati ormai cinquantuno anni da quella sciagura che, nelle fredde montagne del Vallese, troncò la vita di 88 lavoratori e sconvolse quella di centinaia di loro famigliari, colleghi e amici, costretti a convivere con il dolore e la sofferenza che una perdita così insensata e tragica provoca. Da questo punto di vista, è importante il monito di Mario Rigoni Stern “La memoria è necessaria, dobbiamo ricordare perché le cose che si dimenticano possono ritornare”, che come tante altre tragedie del lavoro ci pone ancora di fronte, in maniera così netta, a tanti interrogativi, non va dimenticato. Non va dimenticato perché racchiude in sé tante cose. L’assurdità, sempre e comunque, della morte sul lavoro, la sofferenza dell’emigrazione, il sacrificio degli immigrati in terra straniera, così spesso indispensabili eppure troppo spesso maltrattati, ieri come oggi. Ma anche l’orgoglio degli umili, di coloro che, nel silenzio, con la loro fatica, con la loro forza di volontà, hanno saputo realizzare grandi cose e pertanto meritano di non essere lasciati cadere nell’oblio. Non va dimenticato perché le sue vicende, anche rispetto a quanto accaduto dopo la tragedia, ci devono far pensare all’attualità, ad una situazione in cui sul lavoro si muore ancora. Dimenticare significherebbe non voler comprendere, quindi rassegnarsi e non voler agire affinché catastrofi come quella di Mattmark non accadano più. Oltre a tutto ciò, ricordare è soprattutto giusto. Giusto per quanti senza colpe, cercando migliori condizioni di vita, hanno trovato la morte. Giusto perché è doveroso commemorare le tante storie di vita di cui Mattmark brulicava, tutte diverse, ma accomunate da progetti, desideri, speranze, difficoltà, nostalgia e fatica, e rendere loro onore”. (Inform)