Nelle sedi oggetto di provvedimenti di chiusura il governo è impegnato ad approntare strumenti leggeri alternativi di presenza culturale e di erogazione dei servizi consolari
ROMA – Al termine dell’esame delle mozioni sulla riorganizzazione della rete diplomatico consolare, l’Assemblea di Palazzo Madama ha approvato un ordine del giorno unitario – di cui pubblichiamo di seguito il testo integrale – concordato con il Governo, che ha sostituito gli atti di indirizzo originariamente presentati.
La mozione n. 187 (testo 2), illustrata dal senatore Micheloni (Pd), impegnava il Governo a sospendere l’attuazione del piano che prevede la chiusura di ambasciate, consolati e istituti italiani di cultura; a presentare alle Commissioni parlamentari competenti un piano di riorientamento che segua le indicazioni sulla spending review in ordine alla garanzia di invarianza dei servizi; ad aprire in alcune sedi un ufficio di servizio con personale a contratto assunto in loco..
La mozione n. 215, illustrata dalla senatrice Mussini (Misto), prevedeva anche l’elaborazione di un piano di servizi sostitutivi, l’acquisizione del parere obbligatorio del Consiglio generale degli italiani all’estero, il coinvolgimento nel risparmio di tutti i capitoli rimodulabili del Ministero.
L’ordine del giorno G1, illustrato dalla senatrice Puppato (PD), criticando anch’esso i tagli lineari, impegnava a pianificare politiche per il rilancio degli istituti di cultura all’estero e a garantire maggiore trasparenza nella loro gestione.
Nella discussione generale sono intervenuti i sen. Turano, Giacobbe (PD); Di Biagio (PI); Mussini (Misto); Pagano (FI-PdL).
Il vice ministro degli Affari Esteri Pistelli ha ricordato che una politica estera ambiziosa ed efficace richiede continuità amministrativa e adeguate risorse: l’attuale bilancio del Mae pari allo 0,2 del bilancio statale è molto esiguo, soprattutto se paragonato a quello di altri Paesi. Ha assicurato disponibilità a rivedere gli strumenti della politica estera; ha sottolineato che il Governo in carica eredita decisioni precedenti e un piano di riorientamento è necessario proprio per evitare i tagli lineari.
E’ comunque in corso un ripensamento sul modo di garantire l’invarianza dei servizi, tenendo conto dell’esperienza di altri Paesi. il vice ministro ha proposto infine una riformulazione del dispositivo delle mozioni 187 (testo 2) e 215; sull’ordine del giorno G1 ha chiesto una modifica riguardante la scelta discrezionale dei direttori degli Istituti di cultura e la pubblicazione on line di bilanci certificati.
Dopo la predisposizione di un testo di indirizzo unitario, nelle dichiarazioni finali ha annunciato voto contrario il sen. Amoruso (FI-PdL), il quale ha ricordato che la rete diplomatico consolare è strumento essenziale ai fini della proiezione internazionale del Paese e della tutela dei concittadini all’estero. Ha annunciato l’astensione il sen. Arrigoni (LN-Aut), secondo il quale il testo concordato non risponde alla logica del miglioramento dei servizi, ma è subalterno a interessi burocratici e a posizioni di rendita della diplomazia italiana.
Hanno invece annunciato voto favorevole i senatori Maran (SC), Orellana (Misto), Di Biagio (PI), Compagna (NCD), Lucidi (M5S). Il sen. Tonini (PD) ha richiamato l’esigenza di organizzare una rete diplomatico consolare meno eurocentrica e di valorizzare i servizi leggeri erogati in loco.
Qui di seguito il testo dell’ordine del giorno approvato dall’Assemblea.
Il Senato, in sede di esame delle mozioni sulla riorganizzazione della rete diplomatico-consolare, impegna il Governo:
1) a presentare alle Commissioni parlamentari competenti un piano di riorientamento della rete e dei servizi diplomatico-consolari seguendo le direttive contenute nella legge sulla revisione della spesa in invarianza dei servizi, del rapporto della Commissione spending review del Ministero degli affari esteri nel 2012 e delle linee indicate dal programma di lavoro del commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica Carlo Cottarelli;
2) ad approntare in tempi rapidi, nelle sedi oggetto di provvedimenti di chiusura, anche sulla base di un confronto con le istituzioni locali, strumenti leggeri alternativi di presenza culturale e di erogazione dei servizi consolari;
3) a pianificare politiche per il rilancio dell’azione degli Istituti italiani di cultura, anche attraverso la razionalizzazione dell’uso delle risorse attraverso la revisione delle spese di funzionamento, valutando l’opportunità di un razionale utilizzo di personale a contratto locale, e a utilizzare la massima trasparenza nella procedura di scelta dei direttori e delle altre posizioni negli Istituti italiani di cultura, al fine di evitare il verificarsi di abusi nella selezione nonché nello svolgimento delle funzioni;
4) a garantire la maggiore trasparenza nella gestione degli Istituti italiani di cultura, favorendo l’adozione di misure volte a facilitare la consultazione da parte dei cittadini dei bilanci certificati;
5) a indicare analiticamente, per ogni singolo intervento di riduzione o riorientamento della rete estera del Ministero, i risparmi che si prevede di conseguire. (Inform)