RICERCHE
Un’iniziativa per promuovere una riflessione sulle nuove esigenze di mobilità dei cittadini ed un conseguente ripensamento delle infrastrutture italiane di trasporto
ROMA – È stato presentato questa mattina a Roma il Libro Bianco sulla Mobilità e i Trasporti realizzato dall’Eurispes, analisi illustrata nell’ambito di Citytech, contenitore d’Idee sulla Mobilità Nuova, per una riflessione sulle esigenze di mobilità dei cittadini e per un necessario ripensamento delle infrastrutture italiane più adeguatamente strutturato sulle prime. L’iniziativa è promossa da Roma Capitale, la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea e il Gruppo Ferrovie dello Stato in collaborazione con Eurispes e con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero dello Sviluppo Economico, del Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare, della Commissione Europea e della Regione Lazio.
A presentare il Libro Bianco Carlo Tosti, direttore dell’Osservatorio permanente sulla Mobilità e i Trasporti dell’Eurispes e Luca Masciola, direttore scientifico del Rapporto.
Si tratta della prima edizione del testo, dedicata in particolare al trasporto di merci e persone nelle tre grandi aree metropolitane del Paese (Roma, Milano e Napoli). Nel volume vengono inoltre analizzate le caratteristiche generali della mobilità e affrontate tutta la complessità e molteplicità dei temi: Interoperabilità e Interconnessione, Sharing Mobility, City Logistics, infomobilità ed ITS, infrastrutturazione, ciclabilità, mobilità elettrica, innovazione di servizi. Il Libro Bianco affronta anche il tema delle mutate esigenze di trasporto di cittadini e merci, in maniera efficace, efficiente, sicura e sostenibile oltre a suggerire possibili soluzioni per far emergere un piano di sviluppo pluriennale, che porti all’applicazione di politiche concertate tra gli attori della politica, dell’economia e della società.
“L’obiettivo del Libro Bianco – spiega Luca Masciola – è quello di dimostrare gli effetti sulla crisi del trasporto cittadino del cosiddetto urban sprawl, ovvero della estensione delle città con insediamenti a più bassa densità: il tasso di crescita dell’uso dei terreni a fini urbani, abitativi e infrastrutturali, disorganizzata quando non deregolata, ha generato negli ultimi decenni lo spostamento della domanda verso il trasporto privato su gomma a scapito del trasporto collettivo e pubblico, con effetti evidenti su traffico e congestione viaria e sui costi diretti del trasporto. Ed effetti meno evidenti, ma significativi – aggiunge, – su quelle esternalità rappresentate dall’impatto ambientale, dalla bolletta energetica, dalla minor attrattività dei nostri territori urbani per nuova impresa ed eccellenze”. Fattori che rendono il riequilibrio delle modalità di trasporto attraverso un approccio intermodale multidisciplinare ormai indispensabile.
Tra le ricette possibili per uno sviluppo sostenibile del trasporto di persone e per la city logistics, la realizzazione di centri di distribuzione urbana e di infrastrutture per la intermodalità (parcheggi di scambio, sistemi di infomobilità e monitoraggio e controllo delle percorrenze sulle maggiori linee di accesso e interscambio); introduzione di misure e regole di traffic management, non solo divieti di accesso ma time windows e road pricing, intermodalità ferro-gomma e privato-collettivo; rilancio del bike e del car sharing, investimento sulla mobilità dolce; conferimento a terzi privati di servizi a chiamata (con conseguente riarticolazione dei contratti di servizio tra Amministrazione pubblica e aziende private e municipalizzate); sistemi integrati di bigliettazione e introduzione di card anche virtuali multicanale che prevedano sistemi premiali (sconti e promozioni) al realizzarsi di comportamenti virtuosi.
Tra le numerose criticità che caratterizzano la mobilità nel nostro Paese, la poderosa prevalenza dell’utilizzo dell’auto di proprietà, fattore in linea con ciò che avviane nel sistema dei trasporti di merci e persone in tutto il mondo (la mobilità non motorizzata pesa sul Pil complessivo del sistema dei trasporti di merci e di persone solo per lo 0,5%), ma recante con sé una serie di effetti collaterali pesanti, dall’inquinamento ambientale all’aggravio della mobilità cittadina.
In Italia si contano oltre 600 automobili ogni mille abitanti, con i picchi costituiti dalle aree metropolitane di Roma e Firenze che ne registrano oltre 700 ogni mille abitanti. Milano e Roma, due delle tre città campione selezionate dall’Eurispes per questo Rapporto, si collocano all’interno dei primi dieci posti della classifica europea delle città più congestionate. Velocità medie anche inferiori ai 10 Kmh, analoghe ai tempi della prima industrializzazione e tempi di trasferimento che raggiungono rispettivamente oltre 70 ore anno per abitante per Milano e oltre 45 per Roma, si associano a una infrastrutturazione particolarmente deficitaria o, meglio, del tutto sbilanciata sulla viabilità stradale “generalista”. Tutto questo incide pesantemente anche nelle tasche delle famiglie italiane: l’Eurispes ha calcolato che la spesa sostenuta dalle famiglie italiane per il trasporto privato è pari a circa il 13% del proprio reddito complessivo.
Fra le soluzioni proposte nel Libro Bianco quella del riallineamento del tasso di motorizzazione ai livelli medi europei. In base alle stime dell’Eurispes, ciò impatterebbe positivamente sulle esternalità ambientali, consentendo di ridurre, ad esempio, di 2,2 miliardi di euro i costi da congestione, di 5,7 miliardi di euro quelli da incidentalità (diretti e patrimoniali) e, infine, di circa 3,1 miliardi quelli da inquinamento.
L’auto privata (come conducente) è il mezzo di trasporto maggiormente usato: il 29,4% la usa sempre, il 32,9% spesso, il 15,8% qualche volta, il 19,9% mai. In molti si spostano anche sull’auto privata come trasportato: il 37,2% qualche volta, il 24,6% spesso, il 7,7% sempre, il 27,1% mai.
Per quanto riguarda i mezzi pubblici, il 46,2% del campione non utilizza mai autobus o tram urbani, mentre il 33,3% lo fa qualche volta, l’11,6% spesso, il 5% sempre. Più elevata risulta la percentuale di quanti non utilizzano mai la metropolitana (60,8%), anche perché solo alcune città metropolitane sono dotate di linee della metro. D’altra parte, tra quanti utilizzano la metro, il 21,6% la prende qualche volta, il 6,7% spesso, il 7,3% sempre.
Le valutazioni positive sulla qualità del servizio fornito dai mezzi di trasporto pubblico prevalgono su quelle negative, anche se di poco, per i treni, i taxi, la metropolitana. Sono invece più numerosi i giudizi negativi rispetto al servizio degli autobus extraurbani e, in particolar modo, per autobus e tram urbani. Dai risultati emerge una decisa bocciatura per il servizio offerto dai mezzi pubblici di superficie, mentre una soddisfazione più alta si registra per i treni.
La maggioranza degli utenti dei mezzi pubblici ritengono che il costo del servizio superi la qualità dello stesso: il 52,2% è di questo avviso. Nel 45,3% dei casi si sarebbe disposti a spendere di più per una maggiore qualità del servizio offerto dal trasporto pubblico. Considerando questo dato e quello di chi (il 26,1%) pagherebbe di più per una maggiore frequenza del servizio, si deduce una generalizzata insoddisfazione del sistema dei trasporti. Solo un timido 7,1% degli utenti si affaccia infatti a sostenere di esserne soddisfatto sotto i diversi aspetti.
“In uno scenario di risorse scarse – afferma Tosti – riteniamo indispensabile porre in evidenza strategie sostenibili, magari vincenti in altri contesti omogenei, evitando però le forzate trasposizioni esterofile non compatibili con le nostre specificità. Attraverso questo primo rapporto – conclude – intendiamo individuare quei costi esterni che, se abbattuti, consentano alle Amministrazioni di guidare il cambiamento nei consumi di trasporto attraverso premialità e non attraverso le sole leve sanzionatorie”. (Inform)