INFORM - N. 141 - 23 luglio 2009


DECRETO ANTICRISI

Marco Fedi (Pd): “Un brutto gioco di scatole cinesi”

 

ROMA - “Siamo alle solite, ma nonostante ciò non finiremo mai di stupirci. In senso negativo”. Questo il parere di Marco Fedi (Pd) sul passaggio alla Camera del decreto anticrisi. “Si tratta della settima fiducia in 12 mesi. Il Governo, così facendo, stronca la discussione parlamentare e l’esame del decreto. Traspaiono anche la confusione e le differenze di vedute, internamente alla stessa maggioranza”.

“E’ una legge – continua il deputato eletto all’estero – che assomiglia a un gioco di scatole cinesi: a ben guardarle dentro ci trovi di tutto e dentro ogni scatola se ne celano altre”. Si chiede Fedi: “cosa c’entra con la crisi lo scudo fiscale, pessimo condono che premia gli evasori e i riciclatori di denaro all’estero, lasciando impuniti e anonimi gli autori di molteplici reati e sfavorendo i cittadini onesti che le tasse le pagano regolarmente? Cosa c’entra il brusco innalzamento dell’età pensionabile per le donne, tema affrontato a pezzi e senza ipotizzare neanche la possibilità di un adeguamento su scala volontaria, per di più mentre l’Inps annuncia un attivo di bilancio di quasi 7 miliardi di euro? E le badanti, da regolarizzare in maniera molto costosa, altrimenti costrette alla clandestinità dal pacchetto sicurezza di recente approvazione? Escludendo altre categorie di lavoratori altrettanto a rischio in conseguenza del pacchetto sicurezza?

“Se poi si guarda realmente ai provvedimenti sulla crisi – prosegue Fedi – c’è da mettersi le mani nei capelli. Si pensi al già misero bonus per i precari, decurtato di 100 milioni di euro da un emendamento dello stesso Pdl. Oppure si prenda la stretta sulle banche, tanto decantata, e infine ridimensionata drasticamente. Come se non bastasse – conclude Fedi – gli abruzzesi già colpiti dal terremoto verranno anche beffati: dopo aver perso tutto, saranno costretti anche a pagare le tasse per il 2009, poiché la maggioranza ha respinto l’emendamento del PD che sospendeva i pagamenti”. (Inform)


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