INFORM - N. 194 - 17 ottobre 2006


 

CELEBRAZIONI

Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia: continuano gli omaggi alla grande Tina Modotti

Restaurata la tomba a Città del Messico. Cerimonia con il presidente del Consiglio regionale Tesini, l’ambasciatore in Messico Scauso, il direttore dell'Istituto italiano di cultura Petacco

 

TRIESTE - "Perché non muore il fuoco". Nell'ultimo verso della poesia che Pablo Neruda dedicò a Tina Modotti all'indomani della sua morte, avvenuta il 5 gennaio 1942 a Città del Messico, il senso delle iniziative che a 110 anni dalla sua nascita, a Udine il 17 agosto 1896, sono state promosse e sostenute dal Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia per ricordare e far meglio conoscere la personalità, la straordinaria esperienza artistica e la non comune vicenda umana di questa friulana, cittadina del mondo, appartenente al quel circuito internazionale della cultura che fra le due guerre entrava nelle avanguardie, e che finalmente è riscoperta e sempre più largamente considerata come una maestra della fotografia del ‘900, ma anche come una eccezionale personalità di donna, animata da forte passione politica e dai valori della solidarietà, della libertà, della democrazia che ha vissuto in prima persona, testimoniandoli attraversando molti confini, dal Messico e dagli Stati Uniti all'Europa. Una vita, la sua, in cui arte, affetti, scelte civili si proiettano in una inesauribile ricerca di libertà e che si è intrecciata con gli ideali e le esperienze di innumerevoli altri artisti, intellettuali, esuli politici, militanti con cui è stata in relazione o ha condiviso pezzi di vita, o che, anche indirettamente, l'hanno conosciuta e ammirata, dal pittore e poeta Roubaix de l'Abrie Richey al celebre fotografo Edward Weston, da Diego Rivera, David Alfaro Siqueiros, Clemente Orotzco, Frida Kahlo alla fotografa Lotte Jacobi, a Robert Capa e Gerda Taro, a Hemingway, Malraux, Antonio Machado, Rafael Alberti che, ritornato in Spagna dopo 39 anni di esilio, scrive nel 1978 la poesia "Presenza di Tina Modotti".

Iniziative, quelle del Consiglio regionale, che vanno dalla mostra "Una fragil vida" di fotografie e documenti inerenti la sua vita e la sua lezione professionale, allestita a Trieste nella sede dell'Assemblea, al DVD "Que vive Tina" (v. Inform http://www.mclink.it/com/inform/art/06n14724.htm ), e che si inseriscono in quell'attenzione che il Consiglio in questa legislatura sta dedicando alle figure di spicco del panorama culturale regionale, con particolare attenzione a quelle non più presenti. Interventi che nel caso della Modotti hanno riguardato anche il restauro della sua tomba, luogo simbolo per i molti estimatori di Tina in tutto il mondo. La tomba in pietra situata nel Pantheon de Dolores di Città del Messico, fu ideata nel 1942 dall'architetto Hannes Meyer, disegnata dall'incisore Leopoldo Mendez e scolpita dallo scultore Martin Pineda, ma il tempo non l'ha risparmiata da un degrado che stava compromettendo irreparabilmente il monumento. E' per questo che il Consiglio regionale a seguito di ripetute segnalazioni dell’Ambasciata d'Italia e dell'Istituto Italiano di Cultura di Città del Messico, sensibilizzati dal Comitato Tina Modotti di Udine- nel 2005 si è attivato per il restauro della tomba che è stato eseguito su progetto dell'architetto Giorgio Ganis e con la partecipazione di imprese friulane che hanno fornito i materiali.

Il completamento dell'opera ristrutturata sarà nei prossimi giorni sancito con una cerimonia ufficiale alla presenza del presidente del Consiglio regionale Alessandro Tesini, dei vice presidenti Roberto Asquini e Carlo Monai, dell'ambasciatore d'Italia in Messico, Felice Scauso, del direttore dell'Istituto italiano di cultura di Città del Messico, Pieraugusto Petacco, e di personalità che nel mondo della cultura non solo messicana hanno studiato e approfondito la figura e l'opera di Tina Modotti.  Tesini deporrà sulla tomba un mazzo di rose e calle, i fiori soggetto di numerose sue fotografie. L'iniziativa assume anche il valore di una sorta di risarcimento che la sua terra paga in ritardo ad una friulana, emigrante fuori dagli stereotipi, che tanto la rappresenta nel mondo. Un percorso di riscoperta avviato proprio a Udine nel 1973, con un libro e una esposizione che fu salutata da critica e adesioni eccellenti - come quelle, fra le tante, di Pablo Picasso e di Renato Guttuso che fece dono del ritratto di Tina - e che ebbe una riedizione nel 1979, con nuovi documenti e opere. Mentre un libro che la riguardava usciva negli USA nel 1975 e Roma le dedicava, nel 1978, alla Galleria Obelisco, un "Omaggio", con 38 foto originali e alcune opere di Weston. Omaggio che, nella capitale, si è rinnovato la scorsa primavera con la mostra "Tina Modotti, Arte Vita Libertà, nel complesso del Vittoriano. La memoria si fa anche attualità, nel viaggio della delegazione regionale. Nell'occasione, infatti, ci saranno importanti incontri con rappresentanti del mondo istituzionale, economico e sociale del Messico e con gli imprenditori italiani e originari della  regione che là operano.(mpb/Inform)


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